Consiglio d'Europa chiede nuova inchiesta su Caruana Galizia, deputati italiani si oppongono

Consiglio d'Europa chiede nuova inchiesta su Caruana Galizia, deputati italiani si oppongono
Diritti d'autore Proteste dei membri di Occupy Justice a La Valletta, Malta, il 14 giugno 2019 - REUTERS/Darrin Zammit Lupi
Diritti d'autore Proteste dei membri di Occupy Justice a La Valletta, Malta, il 14 giugno 2019 - REUTERS/Darrin Zammit Lupi
Di Lillo Montalto Monella
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Siamo in compagnia di Azerbaijan, Ungheria, Turchia, "Non ho idea perché abbiano votato contro. I Cinque Stelle dovrebbero essere un movimento anti-corruzione, ma non si capisce mai come votano", il commento a Euronews, in perfetto italiano, di Omtzigt.

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L'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (CoE) ha adottato una risoluzione che chiede a Malta urgenti riforme anti-corruzione e di aprire un'inchiesta pubblica e indipendente sull'assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia.

Gli unici a votare contro sono stati i membri di Azerbaijan, Ungheria, Turchia, Cipro e... Italia.

Nello specifico, hanno detto no un parlamentare del Movimento Cinque Stelle (Francesco Berti), uno della Lega (Simone Billi) e una senatrice di Forza Italia (Maria Rizzotti), peraltro dello stesso gruppo politico del proponente, l'olandese Pieter Omtzigt. Astenuto il deputato M5S, Alvise Maniero. Altri quattro italiani, tra cui Maria Elena Boschi, hanno votato positivamente.

"Non ho idea perché abbiano votato contro. I Cinque Stelle dovrebbero essere un movimento anti-corruzione, ma non si capisce mai come votano", il commento a Euronews, in perfetto italiano, di Omtzigt.

L'Assemblea del CoE è composta da 47 Stati membri e 342 rappresentanti eletti nei parlamenti nazionali. Vigila sull'osservanza dei diritti umani e dei meccanismi democratici in Europa.

Mercoledì 26 giugno ha domandato a Malta una nuova inchiesta sull'omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, entro tre mesi, per i troppi dubbi su come è stata condotta l'indagine fino ad oggi. I mandanti non sono ancora stati individuati. Il testo mette in relazione la morte della giornalista, uccisa da un'autobomba nell'ottobre 2017, con il fatto che "lo stato di diritto a Malta è gravemente compromesso dalle estreme debolezze del suo sistema di controllo e bilanciamento dei poteri".

I danni che questo disfunzionamento ha creato sono dimostrati, secondo il rapporto, dalla "apparente immunità offerta dal premier Muscat a diverse persone coinvolte nei numerosi scandali di questi ultimi anni". L'assemblea sollecita quindi il Paese non solo ad aprire una nuova inchiesta sulla morte della giornalista, ma anche attuare tutte le raccomandazioni che ha ricevuto da vari organi del Consiglio d'Europa, al fine di assicurare il bilanciamento tra i poteri dello stato e misure adatte a combattere la corruzione.

La risoluzione dell'Assemblea CoE non è vincolante ma mette parecchia pressione politica sugli Stati ai quali si rivolge (qui l'elenco dei suoi poteri). E' stata accolta con favore da associazioni come Reporters Sans Frontieres e Transparency International.

Il premier maltese Joseph Muscat ha risposto che non intende entrare in rotta di collisione con una istituzione europea ma, allo stesso tempo, che "non può assumersi la responsabilità di pregiudicare i procedimenti penali in corso".

Il rapporteur, Omtzigt, lamenta che le indagini contro i tre presunti autori materiali dell'attentato - "mai chiamato tale dalle autorità maltesi" - sono ancora alle fasi preliminari e che i presunti responsabili potrebbero tornare liberi il 5 agosto - sempre che contro di loro, nel frattempo, non vengano spiccate delle accuse formali. "Eppure c'è stato tutto il tempo, anche grazie all'aiuto di FBI, delle forze olandei e di Europol. C'è bisogno di un'inchiesta pubblica e indipendente. A Malta c’è un chiaro problema: tutto il potere è in mano al Primo Ministro, non esistono sistemi di contrappesi: può nominare giudici, capi della polizia e poi licenziarli. Per questo non ci sono mai indagini contro i ministri. Serve una vera riforma del sistema e una vera ricerca su cosa sia accaduto a Daphne Caruana Galizia".

La delegazione ungherese ha risposto a Euronews di essere interessata a scoprire la verità sull'assassinio della repoter tanto quanto gli altri Paesi, ma di trovare "sconcertante che la risoluzione utilizzi il pretesto di questo tragico caso per un attacco politico contro uno Stato membro, per mettere in discussione il suo stato di diritto".

AGGIORNAMENTO 2/7: La senatrice Maria Rizzotti (FI) e il deputato dela Lega, Simone Billi, hanno così risposto alla richiesta di commento di Euronews:"Riconoscendo l’assoluta necessità di far luce sull’inaccettabile omicidio della giornalista Dafne Carouana Galizia, il rapporto presentato è poco trasparente ed indipendente, viziato da pesanti intromissioni sull’ordinamento costituzionale del Paese. Le investigazioni maltesi sono ancora in corso e il report presenta seri concerns, come emerso dal dibattito in Assemblea. Confidiamo ed attendiamo gli esiti dell’inchiesta della Magistratura."

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