L'Europa e la crisi economica globale: parla il FMI

L'Europa e la crisi economica globale: parla il FMI
Di Paola Cavadi
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Euronews ha intervistato Gita Gopinath, nuova capo economista del FMI, sugli scenari aperti da dispute commerciali e tecnologiche in corso tra i colossi del pianeta e sulle conseguenze per l'economia europea.

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Tensioni commerciali e guerre tecnologiche: l'economia globale fa molta fatica, nononstante l'intenzione delle banche centrali di offrire una sponda a stati e Imprese, vedi il Draghi di qualche giorno fa o lo scontro in atto tra la federal reserve e il presidente Trump. Euronews ha intervistato, a margine del forum economico di Bruxelles, la nuova capo economista del Fondo Monetario Internazionale.

"Le banche centrali di tutto il mondo sono aperte alla possibilità di un accomodamento - spiega Gita Gopinath - D'altra parte si scopre, pero', che la crescita sta effettivamente rallentando ancora più velocemente, da qui vengono i limiti a ciò che la politica monetaria può fare. In quel caso la crescita viene messa a rischio davvero e penso che i mercati finanziari ne daranno prova presto".

Un rallentamento dell'economia reale che attacca settori tradizionali e strategici come il mercato dell'auto con conseguenze che potrebbero essere piu' gravi del previsto

"Se le tensioni commerciali avranno come protagonista anche l'Unione Europea e il settore dell'auto, le conseguenze potrebbero essere peggiori di quelle provocate sul fronte con la Cina. Quando si tratta di auto si parla di una catena di approvvigionamento globale - aggiunge Gopinath - che riguarda moltissimi paesi del mondo, gli  effetti sarebbero ancora piu' devastanti".

I problemi non riguardano pero' solo il commercio globale. E' in corso infatti uno scontro che potremmo definire tecnologico tra i piu' grandi colossi del pianeta.

"Le tensioni sul fronte commerciale sono estremamente importanti - spiega Gopinath - ma siamo anche preoccupati per l'aumento delle tensioni sul piano tecnologico, se combiniamo le due cose, si comprende quale sia la nostra maggiore preoccupazione".

Il timore è che nel mirino di Trump, dopo la cina, ci sia l'Europa, stretta tra la difesa di interessi particolari (vedi la disputa su Airbus) e il tentativo di un ridimensionamento geopolitico che fa gola a molti.

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