Eroe di una generazione in rivolta o assoldato dagli Stati Uniti e dalla Cia per tentare la spallata al "regno di mezzo"?. Chi è l'enfant prodige della politica anti-cinese di Hong Kong?
Enfant prodige della politica anti cinese di Hong Kong. Joshua Wong, diventato per molti un vero e proprio eroe, è il volto di una generazione in rivolta.
Nella città a statuto speciale, piccola ma rilevantissima sul piano internazionale (vanta ricchezze, industrie, banche e una borsa tra le piu' importanti al mondo), è lui a dettare l'agenda del movimento: oggi chiede le dimissioni della governatrice Lam e da lunedi può farlo di nuovo fuori dal carcere. Finalmente libero dopo 5 settimane di reclusione, scontante per oltraggio, Wong, c'è da scommetterci, continuerà a far parlare di se.
Nonostante la sua giovanissima età, oggi ha 22 anni, è già un politico navigato e piace all'Occidente che ne ha già fatto un icona immortalata sulla prima del Time.
Wong è figlio di una famiglia del ceto medio di Hong Kong e non era brillante tra i banchi di scuola. Ha studiato prima di un liceo anglicano, poi alla Open University di Hong Kong. Il suo forte è la politica, per la quale mostra un talento innato. Il suo primo atto movimentista risale al 2011, una campagna contro "il lavaggio del cervello" che Pechino, dice, intende fare agli studenti di Hong Kong imponendo dei corsi di educazione patriottica nelle scuole. Nell'arco di un anno fonda il suo primo movimento politico e riesce a portare 12 mila studenti di fronte alla sede del governo
Il leader del Movimento degli Ombrelli entra in carcere per la prima volta proprio nel 2014. L'ultimo arresto si è concluso solo lunedi. E con ogni probabilità non sarà l'ultimo.
Pechino infatti non ha alcun dubbio: Wong è al soldo degli Stati Uniti e della Cia, intenzionate a tentare una manovra di sfondamento che da Hong Kong riesca ad arrivare al cuore del "regno di mezzo". Per questo viene seguito costantemente da agenti di sicurezza.
Curiosità sul giovane politico: nel 2014 fu lui a creare la app per smartphone Firechat, diventata lo strumento di comunicazione delle proteste.
Tra i suoi modelli, nulla a che fare con l'Occidente, il premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo, morto in libertà condizionale nel 2017, in Cina.