Brexit, Johnson a gamba tesa: "sì ad accordo, ma ai nostri termini"

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Di Antonio Michele Storto
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Favorito per la corsa alla premiership, Johnson è entrato tardivamente in campagna elettorale: pur rassicurando, non ha mai abbandonato la consueta spavalderia

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Boris Johnson - favorito per la successione di Theresa May - ha risposto a quanti lo accusavano di silenzio tattico entrando a gamba tesa seppur tardivamente in campagna elettorale. L'ex ministro degli Esteri ha voluto rassicurare circa le sue intenzioni riguardo a Brexit, senza però abbandonare neanche un attimo la consueta spavalderia.

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"Dopo tre anni e due scadenze non rispettate - ha dichiarato - dobbiamo lasciare l'Unione il 31 ottobre, facendo qualcosa di meglio dell'attuale accordo di ritiro che è stato respinto per tre volte dal Parlamento. E permettetemi di essere chiaro sul fatto che non sto cercando di ottenere un uscita senza accordo. Non credo che finiremo così. Ma è solo indice di responsabilità prepararsi vigorosamente e seriamente".

Johnson ritiene inoltre di poter portare Bruxelles a piu miti consigli nel corso dei negoziati; pur ribadendo che in mancanza di un accordo, si aprirà la strada a un governo laburista.

"Solo se avremo il coraggio di prepararci per questo, a Bruxelles potremo negoziare con la dovuta convinzione e ottenere l'accordo di cui abbiamo bisogno, perché loro non vogliono un no deal piu di quanto lo voglia io. Non otterremo alcun risultato se diamo l'impressione di voler continuare a prendere tempo. Ritardo significa sconfitta. Ritardo significa Corbyn. Procrastiniamo ancora e noi conservatori spariremo in un baratro".

Oltre a Johnson, altri nove esponenti tories di primo piano si sono candidati per la poltrona di primo ministro: ma chi di loro vincerà si troverà immediatamente per le mani la stessa patata bollente che ha già distrutto la carriera politica di Theresa May.

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