Le navi da crociera di una sola compagnia inquinano 10 volte più di tutte le auto in Europa

Le navi da crociera di una sola compagnia inquinano 10 volte più di tutte le auto in Europa
Diritti d'autore Turisti che sbarcano a Cuba dalla Majesty of the Seas della Royal Caribbean. Foto del 6 maggio 2019, REUTERS/Alexandre Meneghini
Di Carmen MenéndezEmma Beswick
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L'Italia - dopo la Spagna - è il secondo Paese più esposto. I porti più inquinati dalle navi da crociera sono quelli di Barcellona e Palma de Mallorca. Nella poco invidiabile classifica spiccano gli scali di Venezia, dove da anni è attivo il comitato No Grandi Navi, e Civitavecchia.

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Gigantesche, lussuose e molto, molto inquinanti. Sono le navi da crociera di una sola grande compagnia, Carnival Corporation, accusate da uno studio di emettere dieci volte più anidride solforosa di tutte e 260 milioni di automobili dell'Europa intera.

A lanciare a critica è una relazione della Federazione europea dei trasporti e dell'ambiente, in cui si scrive che l'Italia - dopo la Spagna - è il secondo Paese più esposto a questo tipo di contaminazione.

L'organizzazione non governativa accusa Carnival e Royal Caribbean, i due più grandi operatori mondiali del settore, di utilizzare combustibili inquinanti: la loro combustione genererebbe alti livelli di gas tossici dannosi per la salute e contribuirebbe all'acidificazione dell'ambiente terrestre e acquatico.

Una delle emissioni più inquinanti delle navi da crociera e delle navi da carico è proprio l'anidride solforosa o SO2, che oltre a causare problemi respiratori è uno dei principali fattori associati alle piogge acide e, in generale, all'acidificazione degli ecosistemi. Nel Regno Unito, l'agenzia di protezione per l'ambiente lo classifica come "tossico e corrosivo".

La Spagna, il paese più colpito dall'inquinamento delle navi da crociera

In termini assoluti, le coste spagnole sono le più colpite dalle emissioni di anidride solforosa di queste vere e proprie città galleggianti. L'impatto è molto significativo anche in Italia, seguita da Grecia, Francia, Norvegia e Portogallo.

Per quanto riguarda i porti, i più inquinati dalle navi da crociera sono quelli di Barcellona e Palma de Mallorca. Nella poco invidiabile classifica spiccano gli scali di Venezia, dove da anni è attivo il comitato No Grandi Navi, e Civitavecchia.

La Federazione dei trasporti e dell'ambiente critica il fatto che se da un lato le città hanno dichiarato guerra ai veicoli diesel, dall'altro hanno dato carta bianca al traffico delle navi da crociera.

Uno studio privo di rigore scientifico, secondo Carnival

L'International Association of Cruise Lines respinge le conclusioni del rapporto e i dati forniti, garantendo che il settore si impegna a favore della sostenibilità. Contattata da euronews, la Carnival Corporation descrive lo studio come "privo di rigore" e assicura che non ha validità scientifica. "È triste vedere tale irresponsabilità da parte di un'organizzazione che ha chiaramente un'agenda tesa a fare "rumore" senza osservazioni scientifiche legittime e trasparenti a sostegno delle loro affermazioni", ci è stato comunicato via e-mail dalla compagnia, una delle più grandi al mondo del settore.

Carnival aggiunge che paragonare crociere a automobili è come paragonare le mele alle pere. Carnival Corporation, si legge, opera con "emissioni di zolfo prossime allo zero (in media dello 0,05% o da 0-60 ppm) nella maggior parte delle principali aree europee, con ulteriori riduzioni previste".

In risposta, Faig Abbasov, responsabile della politica marittima di Transport & Environment, l'Ong autrice dello studio, ha dichiarato a Euronews che "il risultato delle nostre stime tiene già conto dello standard dello 0,1% di zolfo nei porti europei e delle aree di controllo delle emissioni di zolfo (SECA). Per vostra informazione: lo 0,1% è già 100 volte peggio rispetto agli standard delle strade, il che spiega il perché di questi risultati sconcertanti".

L'organizzazione T&E puntualizza che la metodologia utilizzata è trasparente ed è accettata dall'Organizzazione Marittima Internazionale, sottolineando come lo studio dimostri che sia la normativa vigente a consentire un alto tasso di emissioni: non viene valutato se l'azienda rispetti o meno le regole, è scontato che lo faccia.

Le immagini delle concentrazioni di anidride solforosa dell'agenzia europea Copernicus mostrano che i luoghi più inquinati, in generale, coincidono proprio con le rotte marittime.

Concentrazioni di SO2 l'8 giugno 2019 - Copernicus Atmosphere Monitoring Service - Via Scapeler

Il settore marittimo è anche uno dei principali responsabili delle emissioni di biossido di azoto, un altro dei principali gas inquinanti. Questo fine settimana a Malta è stata osservata una grande concentrazione di NO2, ma, ancora una volta, si può seguire facilmente la scia delle rotte di navigazione studiando la presenza nell'atmosfera di questo gas inquinante.

Lo scorso weekend, a Venezia, più di ottomila persone hanno manifestato per chiedere il divieto di accesso alla laguna per le grandi navi da crociera, una settimana dopo l'incidente della Msc Opera.

Il rapporto T&E chiede che l'Europa attui quanto prima possibile una norma portuale "a emissioni zero" per le navi da crociere, estensibile ad altri tipi di navi.

La relazione raccomanda inoltre di estendere le zone di controllo delle emissioni (ECA), che attualmente esistono solo nel Mare del Nord, nel Mar Baltico e nella Manica, al resto dei mari europei. "Le crociere di lusso sono città galleggianti alimentate dal carburante più sporco disponibile", continua Faig Abbasov. "Le città stanno giustamente vietando le auto diesel, ma stanno dando carta bianca alle compagnie di crociera che emettono gas tossici che causano danni incommensurabili sia a bordo che sulle coste vicine. Questo è inaccettabile".

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