Mondiale femminile, il mental coach di Barbara Bonansea: “Non mi sorprende, talento autentico”

Mondiale femminile, il mental coach di Barbara Bonansea: “Non mi sorprende, talento autentico”
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Di Giovanni Albanese
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Parla Stefano Pigolotti, il mental coach che da tre anni segue Barbara Bonansea, l'eroina azzurra dopo la sua doppietta all'Australia a Francia 2019

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“Barbara è sicuramente una predestinata. Lo è sempre stata. Il suo percorso calcistico in realtà è stato costellato da prestazioni super nel momento giusto. Non mi stupisce quindi che sia stata proprio la sua determinazione a fare la differenza”. Parola di coach. Anzi, il mental coach. Quello che Barbara Bonansea ha conosciuto tre anni fa, quando giocava ancora nel Brescia, e con il quale ha intrapreso un percorso parallelo a quello calcistico per lavorare su quegli aspetti di sé che proprio non riusciva più a far migliorare.

“Barbara Bonansea è la testimonial ideale del coaching attitudinale a cui mi ispiro” spiega Stefano Pigolotti, che sull’attaccante azzurra impegnata al Mondiale di Francia assicura: “E’ talmente autentica che anche quando si trova sotto i riflettori, è se stessa. Forse cambia solo la modalità comunicativa ma il sentimento, la lealtà e la forza che fa trasparire connotano la sua reale essenza”.

Barbara è la giocatrice del momento dopo le due reti messe a segno all’esordio mondiale delle azzurre, specie per coloro che il calcio femminile lo conoscono poco. Anche perché – come buona parte del gruppo azzurro – va ricordato che vanta già un palmarés piuttosto ricco (quattro Scudetti, tre Coppe Italia, tre Supercoppe e due titoli nazionali Primavera).

“Credo sia calcisticamente un portento non solo per le attitudini tecniche, tattiche e fisiche, ma soprattutto per la convinzione mentale con cui esprime la consapevolezza di ciò che si può permettere e di ciò che deve potenziare – spiega Pigolotti -. I momenti significativi di una calciatrice avvincente come Barbara sono veramente tanti. Credo di poterli identificare, oltre alle tante vittorie, nel trasferimento a Brescia e il successivo trasferimento alla Juventus e ovviamente la storica qualificazione alle fasi finali di questo Mondiale”.

Il successo delle azzurre al fotofinish contro l’Australia, che hanno regalato i primi tre punti del girone Mondiale, aumenta la positività nel gruppo per il prosieguo? Pigolotti non ha dubbi: “Sicuramente sì. Anche se dietro a questo entusiasmo derivante da un risultato inaspettato, potrebbe nascondersi l'insidia dell'appagamento. In realtà così non sarà per due ordini di motivi: il primo è che le ragazze hanno creato un gruppo formidabile e soprattutto molto maturo, capace di rialzarsi nei momenti di difficoltà e, allo stesso tempo, di evitare facili esaltazioni distraenti; il secondo è da ricercarsi nella sapiente guida tecnica di Milena Bertolini che ha saputo conferire a questa Nazionale stimoli, flessibilità e coerenza”.

Il mental coach segue da qualche anno anche Cristiana Girelli, anche lei colonna portante della spedizione azzurra in Francia. “Ha tra le sue caratteristiche la capacità di essere sempre decisiva. E’ anche grazie a un suo goal che abbiamo staccato il pass per essere qui oggi insieme a una Nazione intera ad emozionarci – conclude Stefano Pigolotti -. Cristiana ha una sensibilità e una dedizione tipiche del vero leader e, se anche non segna, mi permette ogni volta che guardo una partita in cui lei gioca di essere certo di non aver sprecato ne il tempo ne i soldi del biglietto. Come si dice dalle nostre parti, è nata pronta. Aspettiamoci quindi, ancora una volta, grandi cose anche da lei”. Parola di coach. Anzi, di mental coach.

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