Brexit: un duro colpo alla formazione universitaria europea

Brexit: un duro colpo alla formazione universitaria europea
Di Paola Cavadi
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Quale sarà il destino degli studenti europei che studiano in Inghilterra? E di quelli del Regno Unito che studiano all'estero? Le conseguenze della Brexit sulla formazione universitaria europea.

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L' Inghilterra è sede di alcune tra le più prestigiose università del mondo: frequentare quelle aule è il sogno di molti giovani studenti europei, un sogno che la Brexit e le incertezze che l'accompagnano potrebbero compromettere in modo irreversibile.

L'inviata di Euronews a Londra, Amanda Cockley, spiega che "il ministero dell'Istruzione l'anno scorso ha annunciato che gli studenti dell'Unione europea che studiano in Inghilterra dal 2019 riceveranno lo stesso trattamento degli studenti del Regno Unito, pagheranno le stesse tasse e avranno accesso allo stesso sistema di credito. Ma la vita dopo la Brexit, che inizierà il 31 ottobre prossimo, potrebbe comportare per gli studenti europei il pagamento di tasse internazionali e la perdita della possibilità di ricevere finanziamenti per sostenere le rette. Il ministero dell'Istruzione ha assicurato a Euronews che fornirà con il dovuto anticipo tutte le informazione sulle tasse per il 2020 e gli anni successivi".

Ma per Bella Frimpong, studentessa di 23 anni di origini italiane, non è abbastanza. Dopo aver terminato gli studi in Relazioni Internazionali all'Università di Exeter (E'xeter) nel 2017, è costretta a riconsiderare i suoi piani e optare per un master che possa garantirle uno status fiscale uguale a quello dei suoi colleghi: "Molti studenti migranti provengono dalla classe lavoratrice come me - spiega - che non posso proprio permettermi di pagare le tasse internazionali. So qual è la mia situazione, non ho alcun dubbio al riguardo. Ho preso il diploma universitario solo perchè ho avuto accesso alla finanza studentesca, quindi per me è un problema enorme, è un peccato dividere cosi gli studenti, studiare sta diventando una cosa da ricchi".

L**'ex ministro dell'Università Sam Gyimah**, che si è dimesso lo scorso novembre in segno di protesta contro il piano Brexit di Theresa May, e che correrà per la leadership dei Tory, pensa che la Brexit sia per l'istruzione superiore una sorta di tempesta perfetta: "Il trasferimento degli studenti dell'Unione Europea a un sistema di tassazione internazionale molto più costoso, insieme agli effetti delle modifiche, introdotte al nostro sistema di immigrazione, avrebbero effetti negativi sulle nostre unversità, per questo chiediamo certezze il prima possibile. Per quanto riguarda le tasse universitarie, va bene le tasse domestiche, ma si devono stringere accordi che prevedano la reciprocità in modo da garantire agli studenti del Regno Unito che vogliono studiare fuori di beneficiare di un regime agevolato".

La reazione di Bruxelles alle voci di un aumento delle tasse universitarie per gli studenti dell'Unione Europea non ha tardato ad arrivare: Il coordinatore della Brexit, Guy Verhofstadt in una lettera a Theresa May il mese scorso, ha detto che "gli studenti non devono essere vittime della Brexit", ma le loro speranze si affievoliscono al crescere delle quotazioni di un'uscita del Regno Unito dall'Unione senza alcun accordo.

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