Libia: a Tripoli, tra i civili sotto assedio

Libia: a Tripoli, tra i civili sotto assedio
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Di Paola Cavadi
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L'inviata di Euronews a Tripoli, Anelise Borges, ha visitato uno dei quartieri residenziali oggetto nelle ultime settimane di attacchi da parte delle milizie combattenti per il controllo della capitale. Il racconto di Reyad, sopravvissuto, che ha visto morire sua madre nell'attacco.

  • In Libia l'offensiva militare sulla capitale Tripoli va avanti ormai da sei settimane.
  • Le milizie rivali continuano a combattere nella periferia della città**. Tripoli ha 3 milioni di abitanti. Nel conflitto sono state uccise 400 persone e oltre 60 mila sono state costrette a scappare dalle loro case.**
  • Amnesty International ha chiesto l'apertura di un'inchiesta sugli attacchi alle aree civili nella capitale libica. Secondo l'organizzazione per la difesa dei diritti umani si tratta di atti che devono essere considerati crimini di guerra.

A TRIPOLI, NEL DISTETTO DI HAEE INTI SAHR, TRA I CIVILI ASSEDIATI

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La nostra corrispondente, Anelise Borges, ha visitato una delle zone residenziali colpite nelle settimane scorse. Racconta che "la battaglia per il controllo di Tripoli va avanti,  i combattenti fedeli a Khalifa Haftar continuano ad attaccare a pochi chilometri da qui**.** Le aree civili nella capitale libica sono state ritetutamente prese di mira".

"Noi ci troviamo in una zona residenziale nel distretto di Haee inti sahr - contnua Borges - il 17 aprile un colpo di mortaio ha centrato questo punto, uccidendo sette persone. I residenti dicono che nella zona non ci sono strutture militari da considerare potenziali obiettivi, c'è solo una scuola proprio qui dietro l'angolo. E non esitano a definire vergognoso il disprezzo riservato ai civili in questo conflitto".

IL RACCONTO DI REYAD, SOPRAVVISSUTO ALL'ATTACCO

Reyad El Hami è ancora ossessionato da quello che ha visto il 17 aprile. Sua madre, Zenib, distesa sul pavimento, il suo corpo coperto di schegge

"Quando ho visto tutto quel sangue dappertutto, ho perduto qualcosa - ci racconta Reyad - E ora ho una strana sensazione: quando tua madre muore tra le tue mani, perdi qualcosa. Ero scioccato, come se non potessi piu' respirare".

Anelise Borges racconta che "non uno, ma due colpi di mortaio sono stati sparati quella notte. I vicini di Reyad ci portano sul luogo di un secondo attacco. Qui una persona è stata uccisa. L'intero quartiere è stordito dal dolore e a tormentarli è una domanda, a cui devono ancora dare una risposta: perchè loro?"

"Vedi qui qualche infrastruttura militare qui? Ci sono solo vecchi e bambini - continua Reyad -Vogliamo che il tribunale internazionale pe r i crimini di guerra apra un'indagine ".

AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE UN'INCHIESTA SUGLI ATTACCHI CONTRO I CIVILI

"E' difficile, al momento, dire da quale parte in conflitto sia stato sferrato - conclude l'inviata di Euronews a Tripoli - quello che è certo è che gli attacchi ai civili e alle loro proprietà sono da considerare crimini di guerra. E Amnesty International chiede l'apertura di un'inchiesta. Sei settimane dopo che le forze di Khalifa Haftar hanno lanciato l'offensiva per la conquista di Tripoli, più di 400 persone sono state uccise e oltre 60.000 sono state costrette a scappare dalle loro case".

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