Perché il M5S ha tradito Taranto sull'Ilva

Perché il M5S ha tradito Taranto sull'Ilva
Di Alberto De Filippis
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Avete presente Alessandro Marescotti? Il professore che ha pubblicamente sconfessato il ministro Di Maio sull'Ilva? Lo abbiamo intervistato e gli abbiamo chiesto anche del perché i Cinquestelle non parlino più di chiusura dell'impianto malgrado ci avessero vinto la campagna elettorale.

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Il 24 aprile Luigi di Maio scende a Taranto per incontrare le organizzazioni ambientaliste. I Cinquestelle alle ultime elezioni hanno preso quasi il 50% delle preferenze promettendo fra l’altro la chiusura dell’Ilva. Promesse poi rientrata.

Durante l’incontro Alessandro Marescotti, storico attivista e presidente dell’associazione Peacelink, interviene e sconfessa il vicepremier. Noi lo abbiamo intervistato. Noi abbiamo cercato di avere esponenti locali e nazionali del Movimento Cinquestelle, ma nessuno ci ha nemmeno risposto. Luigi di Maio ha anche egato che qualcuno lo abbia messo in difficioltà all'incontro di Taranto.

Professore, che cosa Le è venuto in mente di parlare così a Di Maio?

Tutte le associazioni hanno voluto incontrare il governo per spiegare quello che accade a Taranto. Noi abbiamo deciso di esserci e leggere i dati delle emissioni in un aumento e che erano in contraddizione con le promesse di Di Maio dell’8 settembre 2018 di una sostanziale normalizzazione . Di Maio disse: “noi abbiamo installato tecnologie che tagliano del 20% le emissioni”. Noi abbiamo controllato e queste tecnologie non erano mai state installate.

Cosa sono e che cosa avrebbero dovuto fare queste nuove tecnologie?

All’Ilva esiste un impianto detto di agglomerazione che è molto discusso e attenzionato anche dalla magistratura che riversa diossina nell’aria che contamina il territorio. Basti pensare che per venti chilometri attorno all’Ilva è vietato il pascolo libero degli animali. Per un’area ampia del Mar Piccolo è vietata la coltivazione di mitili perché i fondali sono contaminati. Anche l’area agricola con Statte è contaminata. Bisognava prendere provvedimenti come il fermo degli impianti sotto sequestro. Sono impianti non messi a norma e i termini prorogati. Questo governo che aveva promesso la chiusura delle fonti inquinanti ha deciso per una prosecuzione. Eppure il ministro Di Maio ha detto che avevano poste tecnologie. Tecnologie che avrebbero dovuto essere poste dentro all’impianto di agglomerazione. Si tratta di filtri ad alta capacità di trattenimento di polveri inquinanti. Questi filtri non sono mai stati installati. Di maio ha invece detto che sono stati installati e che c’è una diminuzione dell’inquinamento. Noi abbiamo controllato e invece di una diminuzione c’è stato un aumento dell’inquinamento.

Sulla base di cosa si basano le affermazioni degli esponenti del governo?

Sono sciocchezze. Noi abbiamo fatto dei calcoli comparativi. I confronti del governo sono su dati vecchi.

Sembra di essere in un romanzo giallo. Le emissioni vengono controllate da alcune centraline. Sembra che alcune di esse erano spente o non hanno funzionato. È vero?

Sì. Noi teniamo sotto controllo i dati. Ad aprile dci sono stati dei blackout e le centraline si sono spente e non hanno misurato ad esempio l’impianto della cokeria. La centralina più importante non ha un meccanismo che la mantiene attiva anche in caso di mancanza di corrente.

Com’è possibile che all’Ilva funzionino impianti sotto sequestro e che aumenti l’inquinamento?

Taranto è sottoposta a una legge che non vale nel resto d’Italia. Sono stati fatti 12 decreti per consentirlo. Qui da noi non vale la legge italiane ed europea. Qui non siamo uguali davanti alla legge. A Taranto esiste un enclave giuridica. Siamo fuori dalle leggi nazionali ed europee.

Sono 60 anni che esiste l’Ilva. Arcelor-Mittal ha acquistato Ilva oppure si limita a gestire lo stabilimento?

Arcelor Mittal è in affitto per due anni. Se proseguirà il contratto entrerà in possesso degli impianti fra 10 anni.

Si parla di “immunità penale”, di cosa si tratta? I Cinquestelle non dovevano abolirla?

L’immunità penale era la condizione di base. Noi abbiamo chiesto ai dirigenti di Arcelor Mittal se sarebbero stati disposti a rilevare Ilva senza l’immunità penale. La risposta fu inequivocabilmente, no. C’erano troppi rischi. Anche il governo del cambiamento non sollevò la questione. Da qualche ora è apparsa sulla gazzetta ufficiale quella che i cinquestelle definiscono abrogazione dell’immunità penale. Dalla lettura che facciamo noi non è un’abrogazione, ma una riscrittura. Infatti su questa presunta abrogazione Arcelor Mittal non ha aperto bocca.

Mi sta dicendo che così bisogna ricominciare tutto daccapo per portare la norma dell’immunità davanti alla corte costituzionale?

Esatto. Noi avevamo presentato 42 esposti che rischiavano di essere archiviati. Il magistrato si era trovato di fronte al dubbio se applicare la legge o la costituzione e si era rivolto alla corte costituzionale. Perché considerava che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge e che esiste l’obbligatorietà dell’azione penale. Ora tutto questo potrebbe essere archiviato. Nei confronti della nuova situazione normativa non esiste chiarezza. Questo è un pasticcio per evitare che si esprima la Corte Costituzionale.

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Ilva vale 1,5% del Pil. Voi siete anti-industria? Quanto morti sono giustificabili in nome dell’equilibrio economico?

Non non siamo contro l’industria. Vogliamo che si rispetti la legalità, la salute e l’ambiente. Se uno stabilimento lo fa ha diritto di funzionare., In caso contrario i suoi impianti vanno fermati fino a che non vengano messi a norma. Ecco perché la magistratura nel 2012 ha fermato gli impianti. I dirigenti del passato sono in tribunale. C’è un processo in questo momento a Taranto per disastro ambientale e avvelenamento delle sostanze alimentari. Io ho chiesto alla ministra Grillo se fosse stato calcolato il picco dei tumori a Taranto. Noi abbiamo una situazione grave,+54% di tumori infantili rispetto al dato regionale. Ogni anno oltre 1000 persone si ammalano. Ho chiesto alla vice ministra Grillo quale fosse il picco dei tumori. Non mi ha risposto.

Ci sta dicendo che il peggio potrebbe ancora venire in termini di malattie?

Il peggio deve ancora venire. Siamo in una fase di crescita di questa tragedia che tocca grandi e piccini e la viceministra Grillo non ha risposto. Ho chiesto in persona e ha detto che “si doveva documentare”. Questo picco rappresenta un buco nero. Lo Stato italiano non sa prevedere le necessità, i posti letto, le medicine, le attività di soccorso che dovranno essere messe in essere per questi malati e per chi scoprirà di essere malato. È un problema di diritti umani. Lo stato che dovrebbe proteggere i cittadini, tutti i governi che si sono succeduti, non si sono preoccupati di conoscere quando sarà il picco. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per questo, per non aver protetto i cittadini e averne violato i diritti umani.

Ci sono stati diversi governi. I Cinquestelle Le dicono: Vi siete svegliati adesso?

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Queste critiche sono assurde. Nel 2008 io assieme a un ex operaio ho portato in procura un esposto perché la diossina aveva superato i limiti di legge nel formaggio che avevamo fatto analizzare. Da quel febbraio del 2008 sono partite prima le indagini e tutti i provvedimenti della magistratura. Sono finiti in galera esponenti dell’Ilva a partire dal proprietario dell’epoca, Emilio Riva, esponenti del partito democratico, è finito sotto inchiesta Nichi Vendola (ex governatore della Puglia) e tutto è iniziato dopo un nostro esposto. Queste accuse sono grottesche.

Quindi i Cinquestelle hanno tradito Taranto?

Io non sono iscritto a neessuno partito e non ho tessere. In passato ho avuto grande simpatia per i Meetup. Beppe Grillo mi ha chiamato sul palco a ripetere a memoria i dati dell’inquinamento a Taranto. Sono stato felice di aver fatto parte di quella primavera di risveglio delle coscienze in cui c’erano i meetup. Non ho mai voluto fare parte di un partito. Quello che mi addolora è che malgrado la mia storia vengo accusato di non aver fatto nulla.

Che cosa potrebbero fare adesso i cittadini e magari quegli attivisti grillini che ne sanno un po’ di più?

Mi rivolgo agli attivisti perché riprendano in mano la loro idea originaria quella della partecipazione dal basso, della democrazia diretta che solo attraverso un’azione dal basso. Una volta Beppe Grillo diceva che i ministri e i parlamentari sono nostri dipendenti. Era un’idea giusta. La viceministra Grillo, il vicepremier Di Maio, il ministro Costa sono nostri dipendenti e devono rispondere alle nostre esigenze che sono: la tutela della vita dei bambini, la tutela della vita della popolazione di Taranto, la tutela di un ambiente contaminato. Sono urgenze che vanno affrontate. Non volevo fare polemica, ma ci vuole un confronto sincero ad esempio con una valutazione preventiva dell’impatto sanitario di questo stabilimento.

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