Intervista a Marescotti: perché ho detto a Di Maio #Miguardiministro

Intervista a Marescotti: perché ho detto a Di Maio #Miguardiministro
Di Alberto De Filippis
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A che punto siamo con l'Ilva di Taranto? Lo abbiamo chiesto all'attivista ambientale Alessandro Marescotti, l'uomo che si è rivolto duramente al ministro Di Maio in un video diventato virale in tutta Italia

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In Puglia è l’uomo del momento, il professor Alessandro Marescotti, presidente di peacelink e storico attivista dell’ambiente a Taranto ha attirato su di sé l’attenzione del paese dopo un incontro abbastanza teso con il vicepremier Luigi di Maio sul destino dell'Ilva, tanto che da giorni un hashtag #miguardiministro, imperversa sul web.

"Solidarizziamo con i cittadini che protestano perché il governo non ha mantenuto le promesse. Taranto continua a registrare eccessi di mortalità nei quartieri più vicini alle emissioni industriali", aveva affermato Marescotti, presidente di una delle 23 associazioni convocate dal vice premier Luigi Di Maio, a Taranto, durante quella famosa riunione del Tavolo permanente del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis). Presenti i ministri Costa, Lezzi, Grillo e Bonisoli. 

"I ministri, nel contratto di governo, si erano impegnati - osserva Marescotti - a chiudere le fonti inquinanti. Una promessa disattesa. Ma il colmo si è avuto quando il ministro Di Maio ha dichiarato in un proprio videomessaggio dell'8 settembre scorso, che erano state installate tecnologie a Taranto che riducono del 20% le emissioni nocive. Noi vogliamo far sapere a tutti che le emissioni nocive a Taranto non sono state ridotte del 20%. Anzi: sono aumentate. I dati delle centraline Ispra e Arpa parlano chiaro. Le emissioni della cokeria dello stabilimento siderurgico "dal 1 novembre 2018 al 31 marzo 2019 - spiegò Marescotti - sono aumentate rispetto al corrispondente periodo di 12 mesi prima: + 23% PM10 (polveri sottili, cancerogene), + 32% PM2,5 (polveri molto sottili, cancerogene), + 92% IPA (idrocarburi policiclici aromatici, cancerogeni)". 

Marescotti evidenzia che da quando si è insediato questo governo, la diossina è ricaduta su Taranto non è diminuita ma è aumentata. Come ormai da anni accade, il tema del contendere è il gigantesco centro siderurgico alle porte del capoluogo ionico. Chiuderlo? Rimetterlo in sesto? Limitarne la produzione? Lo abbiamo chiesto direttamente a Marescotti in diretta su Facebook. 

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