Libia, si combatte a 18 km da Tripoli: nel caos, Isis torna a colpire

Libia, si combatte a 18 km da Tripoli: nel caos, Isis torna a colpire
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Di Antonio Michele Storto
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Sarebbero 50 i morti (9 civili) e 180 i feriti nei combattimenti. Lo Stato islamico ha approfittato del conflitto per mettere a ferro e fuoco una cittadina nel Fezzan

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Mentre si continua a combattere nei sobborghi di Tripoli, la battaglia tra le milizie fedeli al premier al Serraj e gli uomini del generale Haftar è arrivata ormai a 18 km dal centro urbano. Gli scontri più intensi si registrano nella periferia sud, sulla strada di Ain Zara, e nella zona dell'aeroporto internazionale, dove i due schieramenti continuano a colpirsi con lanci incrociati di razzi e artiglieria.

Secondo l'Organizzazione mondiale per la sanità, nella battaglia sarebbero già 50 i morti, inclusi 9 civili, e 180 i feriti. E nel caos anche lo Stato islamico è tornato a rialzare la testa:  il gruppo ha rivendicato un raid notturno nella cittadina di Fuqaha - nel distretto di Giofra, regione del Fezzan - controllata dagli uomini di Haftar. Gli islamisti sarebbero arrivati su una colonna di 13 mezzi, uccidendo 3 persone, incluso il sindaco, e rapendo il capo delle guardie municipali, oltre a dare alle fiamme diversi palazzi, tra cui quello della Guardia municipale. 

Nel frattempo, la situazione umanitaria va deteriorandosi di ora in ora. Migliaia di sfollati sono già stati costretti a fuggire dalla zona di conflitto, mentre l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha evacuato diverse decine di migranti che erano bloccati in un centro di detenzione a Tripoli. "Mentre parlo, sento le esplosioni e  il fuoco di artiglieria sempre più vicini, stiamo cercando di muoverci il più velocemente possibile" ha dichiarato, durante le operazioni il capomissione Unhcr in Libia, Matthew Brook

La situazione umanitaria sarà al centro del vertice straordinario del Consiglio di sicurezza Onu che si terrà in giornata a porte chiuse. L'inviato Ghassam Salami dovrà ragguagliare sulla decisione di posticipare la Conferenza nazionale in programma dal 14 aprile, che avrebbe dovuto stabilire una roadmap verso le elezioni. Ma in discussione ci saranno anche le migliaia di sfollati in fuga da un conflitto che - con l'efficacia mostrata sul campo dalle milizie fedeli ad al Serraj - potrebbe durare molto piu a lungo del previsto

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