Chi è chi nel "Trono di Spade" delle elezioni spagnole

Chi è chi nel "Trono di Spade" delle elezioni spagnole
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Di Jose Nunez Tena
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Lettura consigliata ai veri nerd di politica e serie TV

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L'inverno non sta arrivando, ma le elezioni spagnole sì. Un evento atteso nella penisola iberica tanto quanto la prossima stagione del Trono di Spade, la fortunata serie HBO vista da milioni di persone negli ultimi otto anni e ispirata dai libri di George R.R. Martin.

Un copione in cui tradimenti e intrecci politici sono all'ordine del giorno. Forse è questa una delle ragioni del successo della serie in Spagna, dove la politica locale è usa a patti, trame di potere, corruzione e tradimenti.

Vi portiamo alla scoperta dei contendenti per il trono di spade della Moncloa.

Pedro Sánchez: Cersei Lannister

Nonostante gli innumerevoli tentativi sia da parte dei nemici (PP, Ciudadanos, Vox) che da parte degli "amici" (Podemos e lo stesso Psoe), Pedro Sánchez siede ora sul trono di spade e, come Cersei, vi si aggrappa ben consapevole di quanto sia stato difficile conquistarlo. Sia il presidente del governo che la "protettrice del Regno" hanno sofferto i tradimenti dei propri cari (Tyrion, Jamie, Felipe Gonzalez, Susana Diaz) e sono stati per qualche tempo confinati ad un ruolo di comprimari, sullo sfondo, oggetto del pubblico disprezzo. Cersei è finita dietro le sbarre, fischiata dal popolo, mentre Pedro Sanchez è stato relegato al ruolo di Segretario Generale del Psoe per decisione dei suoi compagni di partito. Non ha dovuto camminare nudo, in penitenza, sentendosi gridare "vergogna", ma poco ci è mancato.

REUTERS/Toby Melville, Lucy Nicholson

Chiunque altro si sarebbe arreso, ma non Cersei. O Sánchez. "Non è un no".

Entrambi sono diventati più forti e più temibili e hanno finito per tornare al top sulla base di accorte strategie e alleanze opportune. Ora entrambi vedono minacciata la loro posizione a capo del Regno e cercano un modo per "perpetuarsi" di fronte al pericolo (delle legioni dei camminatori bianchi secessionisti). Secondo rivali e alleati, sottovalutano la minaccia.

  • Punti a suo favore: in questo momento è seduto sul tronoe approfitta delle divisioni tra i suoi nemici.
  • Contrari: Sono pochi coloro che lo sostengono e una grande alleanza dei suoi rivali potrebbe detronizzarlo;

Pablo Casado: Tyrion Lannister

Membro di una casa potente, di questi tempi, Pablo "Tyrion" Casado ha trascorso molto tempo in secondo piano, eclissato dalla fama e dall'anzianità dei suoi colleghi più esperti. Ma ha aspettato pazientemente e ha colto il momento giusto. Dopo aver "ucciso" suo "padre" (Mariano Rajoy) è diventato per molti la figura in cui riporre le speranze anche se non può ancora contare sull'appoggio delle vacche sacre della sua casa che vorrebbe ripulita dai peccati del passato (vedi lo scandalo corruzione noto come "carte di Bárcenas" e affini).

Pochi pensavano a lui come una seria alternativa alla vittoria finale, ma oggi Tyrion Casado Lannister è sulla buona strada per il trono di spade. Davanti a sé ha una buona serie di opzioni. L'ossessione fondamentale è quella della "minaccia del nord": non si stanca mai, infatti, di avvertire del pericolo del far avanzare i camminatori bianchi, ovvero i secessionisti catalani. Per fermarli, è disposto ad allearsi con tutte le altre forze.

  • Punti a suo favore: la sua intelligenza e il peso della sua casa, i leoni del PP;
  • Contrari: per l'appunto, la controversa storia recente della sua casa, la sua scarsa esperienza e/o "poca statura".

Pablo Iglesias: Daenerys Targaryan

Pablo"nato dalla tempesta" (che ha scatenato nel maggio 2011 cambiando per sempre la democrazia spagnola) è colui che ha rotto le catene, il leader del "popolo". È così che i suoi seguaci e i media lo hanno definito da quando è entrato nel gioco del trono di spade spagnolo, pronto a sradicare l'eterno sistema del bipartitismo.

Non appena le grandi case hanno saputo della esistenza hanno cominciato a tremare. Per le strade della capitale si mormorava che Daenerys Iglesias sarebbe arrivato a cavallo di tre draghi (libertà, uguaglianza, fraternità) con i quali avrebbe messo fino alla casta del regno e fondato una repubblica pacifica e libera dai corrotti.

Ma col tempo l'illusione si è sgonfiata. Il potere delle grandi case non è così facile da demolire e per continuare la sua lunga strada verso il trono, "il Khaleesi" ha perso molti dei suoi migliori e più amati alleati. La sua compagna "Tania Drogo", suo fratello "Raeghar Monedero", i suoi fedeli scudieri "Ramormont" Espinar e Carolina "Barristan" Bescansa, e infine il suo più prezioso sostentamento, il drago "Iñigor" Errejón. Arriva alle elezioni con forze ridotte ma sapendo che senza di lui non si potrà incoronare un nuovo re.

  • Punti a suo favore: La forza del suo messaggio e il malcontento della popolazione nei confronti delle grandi case;
  • Contrari: La divisione all'interno della sua casa e la perdita del drago, Iñigo Errejón.
REUTERS/ Susana Vera y Caitlin Ochs

Albert Rivera: Jon Snow

Vengono entrambi dal nord e sostengono di essere gli eredi legittimi dell'uomo più amato nella storia recente dei Sette Regni (Ned Stark, Adolfo Suarez). Anche se è tutto da dimostrare. Hanno guardato in faccia e hanno persino vissuto con gli abitanti dall'altra parte del muro, e sanno che sono loro la più grande minaccia da superare. Dicono di non essere né dell'uno né dell'altro schieramento e di pensare solamente al bene dei sette regni, ma è proprio questa mancanza di chiarezza che viene loro criticata. Li si accusa di "non sapere nulla" della realtà (spagnola). Le somiglianze tra i due possono essere molte, ma se qualcosa differenzia Jon Snow da Albert Rivera, questo è la figura di Daenerys Iglesias. Anche se Snow ha saputo allearsi con "la distruttrice di catene", in Spagna sarebbe più facile vedere tre draghi volare che assistere ad un patto tra Ciudadanos e Podemos.

  • Punti a suo favore: la sua predisposizione alle alleanze e la sua conoscenza dei camminatori bianchi del secessionismo;
  • Contrari: Il suo rifiuto assoluto di unirsi al re Sanchez o a Pablo Iglesias.

Santiago Abascal: Euron Greyjoy

Sarebbe facile confrontare il leader del Vox con il temibile Khal Drogo, se non altro per via del cavallo (la sua prima immagine pubblica è un video in cui arriva in sella ad un destriero). Ma il re dei nomadi Dothraki è stato uno delle prime pedine a cadere, mentre Santiago Abascal è stato in realtà l'ultimo a comparire sullo scacchiere politico.

Arrivando con i venti del malcontento e del populismo in poppa, la nave Vox ha attraccato presso le coste del Regno con l'intenzione di distruggere tutto, espellere chi non è "di ferro" e stabilire un nuovo ordine. Molto simile a quello nella testa del "Khaleesi Iglesias", ma arrivandoci dall'altra parte, e cioè da destra.

  • Punti a suo favore: Ha appena attraccato al porto e dispone già di un notevole "esercito". Nessuno sa davvero fino a dove potrà spingersi;
  • Contrari: Nessuno è disposto ad allearsi con lui, perché è imprevedibile e le sue idee non si sposano con quelle delle storia recente del Regno.

I camminatori bianchi

Vengono dal nord e hanno ben chiara l'idea di non voler essere parte del Regno. Da esso sono separati da una gigantesca parete di ghiaccio chiamata "referendum di autodeterminazione". Se c'è una cosa che le grandi case hanno in comune, è il loro rifiuto di lasciare il paese in balia di questa popolazione (catalana), ma la verità è che l'inverno è arrivato e la storica minaccia prende sempre più contorni reali. I camminatori bianchi saranno decisivi nello scegliere chi finirà per sedersi sul trono di ferro della Moncloa. Il 28 aprile conosceremo finalmente il nome del nuovo "re".

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