Scongiurare la fame in Madagascar con i fondi europei

In collaborazione con The European Commission
Scongiurare la fame in Madagascar con i fondi europei
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Di Monica Pinna
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I fondi europei aiutano il Madagascar - uno dei paesi pi`u poveri al mondo - contro siccità, malnutrizione, insicurezza alimentare e rischio-carestia. L'Unione Europea ha cominciato a finanziare il Programma Alimentare Mondiale (PAM) nel 2016, dopo i danni causati dal fenomeno climatico El El Niño

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BELOHA (MADAGASCAR) - Cinque anni di siccità nel Sud del Madagascar hanno aggravato una crisi alimentare ormai cronica.

Oggi un milione e trecento mila persone vivono in condizioni di profonda insicurezza alimentare. In alcuni casi, a un passo dalla carestia,

Oltre 20 mila bambini soffrono di malnutrizione acuta.

Le prime precipitazioni. Dopo 5 anni

Le aride regioni del Madagascar meridionale sono ritornate verdi, solo come un'abbondante stagione delle piogge puo' dipingerle. Viaggiando verso Beloha, uno dei distretti piú colpiti dalla siccità, ci hanno raccontato che queste sono state le prime precipitazioni in cinque anni.

La popolazione qui vive soprattutto di agricoltura e allevamento, e fatica a risollevarsi.

Per tamponare l'emergenza, contributi di denaro contante sono risultati il modo migliore per aiutare centinaia di migliaia di famiglie allo stremo.

"Mangiamo l'unica cosa che troviamo: fichi d'India"

"Uso questo denaro per comprare da mangiare ai miei figli", dice una donna.

"Durante la stagione secca, io e i miei figli mangiamo l'unica cosa che troviamo: fichi d'india, al mattino, a pranzo e a cena", ribadisce un'altra madre di famiglia.

Gli aiuti in denaro

Il Programma Alimentare Mondiale (PAM), finanziato dall'Ufficio europeo per gli aiuti umanitari, è intervenuto in due dei distretti dove la crisi è piú acuta. Le famiglie selezionate ricevono 70.000 Ariary al mese, l'equivalente di circa 17 euro, per 5 mesi.
L'agenzia delle Nazioni Unite lavora in coordinamento con il sistema nazionale di protezione sociale, raggiungendo più persone in modo più efficace.

"Il Programma Alimentare Mondiale mira a sostenere circa 846.000 persone, quindi l'80% della popolazione colpita dalla siccità. Con i mezzi di cui disponiamo, abbiamo raggiunto finora circa 500.000 persone", spiega Maman Bachir Yacouba, rappresentante del Programma Alimentare Mondiale.

"Con questi aiuti, la mia famiglia sta iniziando a riprendersi"

La quantità di denaro versata alle famiglie equivale alla metà del cibo necessario per un mese, considerando che possano trovare l'altra metà da sole. Per Delina, è l'unico modo di acquistare riso e carne più regolarmente per i suoi cinque figli, uno dei quali ha sofferto di malnutrizione.

"Siamo stati costretti a vendere una parte della nostra terra, ho iniziato a vendere vestiti, utensili, ho continuato così finché ho dato via tutto, anche i miei vestiti, quello che sto indossando ora mi è stato prestato...Ricevendo questo denaro, la mia famiglia sta iniziando a riprendersi", racconta Delina Bernadette, residente a Beloha.

Il finanziamento dell'Unione Europea

L'Unione Europea ha iniziato a finanziare il PAM nel 2016, in seguito alla siccità provocata dal fenomeno climatico El Niño. L'Europa ha istituito un sistema di trasferimento di denaro in grado di scattare rapidamente in caso di emergenza.

"Lo scorso ottobre, quando abbiamo realizzato la portata e la severità della crisi, l'Unione europea ha sbloccato 2 milioni di euro con i quali il PAM ha potuto effettuare i primi versamenti di denaro a dicembre e poi a gennaio per le popolazIoni piú povere nei distretti piú colpiti", spiega Anouk Delafortrie, Eu Humanitarian Aid.

"È possibile spezzare la cronicità della crisi alimentare?"

- "E' possibile spezzare la cronicità di questa crisi alimentare?", chiede la giornalista di Euronews, Monica Pinna.

"Il Madagascar ha crisi ricorrenti. E' possibile anticiparle. E' necessario connettere il settore umanitario a quello dello sviluppo in modo da fornire alla popolazione le capacità per superare questo tipo di fenomeni climatici", commenta Anouk Delafortrie.

Una crisi alimentare così acuta si riflette direttamente sulla malnutrizione infantile. Il centro sanitario di Nikoly è tra i circa 200 sostenuti dall'UNICEF con fondi europei.

Qui ci sono decine di piccoli pazienti come Jean Aimé, 17 mesi e 5 chili, la metà del peso normale di un bambino della sua età.

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"Seguiamo i bambini per otto settimane, se non migliorano, li mandiamo nei centri intensivi contro la malnutrizione", spiega R. Dieudonnè Tsida, responsabile del centro.

Crollo della produzione alimentare e ritardo nella crescita infantile

L'anno scorso la produzione di alimenti base è scesa del 60% con effetti a lungo termine sulla popolazione.
ll Madagascar ha uno dei tassi piú elevati di ritardo nella crescita infantile.

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Risorse addizionali per questo articolo • EDIZIONE ITALIANA E WEB: CRISTIANO TASSINARI

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