Brexit: accordo May per la terza volta al voto

Brexit: accordo May per la terza volta al voto
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Di Stefania De Michele
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Dopo la bocciatura in Parlamento delle otto proposte alternative.

Brexit: ancora un voto sull'accordo negoziato da May.

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Dopo una lunga melina e il voto del Parlamento, che ha respinto tutte e otto le mozioni presentate, ovvero le proposte alternative all'accordo Brexit di Theresa May, il dibattito a Westminster sembra giunto alla resa dei conti.

Il governo punta adesso al via libera sul suo deal, per la terza volta al voto, entro venerdì. In cambio e dal canto suo la premier May offre ai suoi - dissidenti e non - e all'opposizione le sue dimissioni.

Andrea Leadom. ministro per i rapporti col Parlamento, è stata chiara: "È fondamentale che facciamo ogni sforzo per approvare l'accordo di ritiro e per consentire al Parlamento di discutere su questa importante questione. Non vogliamo trovarci nella situazione di chiedere un'altra proroga e, naturalmente, con l'obbligo di indire le elezioni del Parlamento europeo".

Ue: "Serve un passo avanti".

Non ci sono maggioranze trasversali su nessuna opzione: i no alle mozioni rilanciano dunque l'accordo negoziato da May ma - dice l'Unione Europea - serve un passo avanti.

"Abbiamo contato otto 'no' alle proposte di Brexit al Parlamento britannico - ha detto Margaritis Schinas, portavoce della Commissione Europea - ora abbiamo bisogno di un 'sì' sulla strada da seguire".

Regno Unito: aumentano gli scontenti.

Le indecisioni sulla Brexit non sono più sostenibili: l'elenco degli esasperati - tra società civile ed economia - si allunga ogni giorno che passa, come testimonia il direttore generale delle camere di commercio britanniche, Adam Marshall: "A Westminster diciamo: 'Siamo frustrati, siamo arrabbiati. Avete deluso i britannici. Ma noi del mondo degli affari dobbiamo chiarire che i nostri rappresentanti eletti non possono continuare a dare la caccia agli arcobaleni. Come tutti noi, devono iniziare a prendere decisioni difficili, per quanto personalmente o politicamente difficili possano essere".

La breve proroga, che entra ora in vigore formalmente, prevede l'uscita del Regno Unito dall'Ue il 22 maggio, se entro venerdì fosse approvato l'accordo di divorzio raggiunto a suo tempo dalla May con Bruxelles, in alternativa il 12 aprile.

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