Dopo il passaggio del ciclone Idai, che ha devastato la città mozambicana di Beira, si fa la conta dei danni.
Una grande folla di persone si è radunata nei presidi sanitari in attesa delle cure per mettere un argine all'epidemia di colera, che si dice inevitabile.
Il colera potrebbe diffondersi per le precarie condizioni igieniche, con l'acqua e il cibo contaminati dalle feci. L'epidemia - dicono i sanitari - può svilupparsi rapidamente anche a causa delle carenze nell'assistenza.
Dopo una visita in Mozambico, lo staff della Croce Rossa ha parlato di "bomba a orologeria" in riferimento alle malattie trasmesse dall'acqua.
Idai ha colpito Beira con venti fino a 170 km/h (105 mph) il 14 marzo, poi ha attraversato l'interno dello Zimbabwe e del Malawi, spianando edifici e uccidendo almeno 686 persone nei tre Paesi.