Il Venezuela di nuovo al buio

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Di Alberto De Filippis
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E adesso si teme un arresto di Juan Guaidó

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Ritorna il buio in Venezuela. Ennesimo blackout del sistema elettrico nazionale in poche settimane con oltre la metà delle regioni del paese al buio per ore. La narrazione del chavismo continua a raccontare di attacchi cibernetici dall'esterno. La realtà è che le infrastrutture nazionali sono in ginocchio. La capitale di un paese che galleggia su di un mare di petrolio dipende da una diga, quella del Guri, ormai ridotta a un rottame. Una crisi di lungo respiro causata soprattutto dall'endemica corruzione del paese. Precedente alla caduta del prezzo del petrolio.

Negli occhi spenti e nelle parole di un venezuelano tutto il dramma del paese: "Cosa vuole che Le dica? Non abbiamo frigorifero, mi sono bruciati gli elettrodomestici, è esploso il televisore non abbiamo cibo perché è andato a male e quel maledetto di Maduro non vuole andarsene".

Eppure il chavismo sembra fortificarsi. Dopo l'arresto di Roberto Marrero, braccio destro di Juan Guaido' accusato di terrorismo, crescono i timori che il prossimo a rischiare arresto sia proprio il leader dell'opposizione. Senza dimenticare le minacce a Leopoldo Lopez, leader di Voluntad Popular, il partito del presidente Guaido.

Il giro di vite ad una settimana dal rapporto di Michelle Bachelet, alto commissario dell'Onu per i diritti umani che ha inchiodato alle sue responsabilità Nicolas Maduro e le sue misure liberticide per eliminare il dissenso.

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