Elezioni in Spagna: candidati, scenari politici, sondaggi e questione catalana

Elezioni in Spagna: candidati, scenari politici, sondaggi e questione catalana
Diritti d'autore Una manifestazione della destra contro Pedro Sanchez a Madrid, 10 febbraio 2019 REUTERS/Sergio Perez/File Photo
Diritti d'autore Una manifestazione della destra contro Pedro Sanchez a Madrid, 10 febbraio 2019 REUTERS/Sergio Perez/File Photo
Di Marta Rodriguez MartinezBlanca Castro
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Vi spieghiamo chi si candida, qual è la posta in gioco e i temi del dibattito in Spagna ora che le elezioni sono state ufficialmente anticipate al 28 aprile

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Dopo appena otto mesi di governo socialista, e in un clima politico segnato dalle rivendicazioni indipendentiste tornate al centro del dibattito e dall'ascesa dell'ultradestra, il prossimo 28 aprile la Spagna tornerà alle urne per eleggere il terzo parlamento in tre anni.

"Il governo, e la Spagna, si sono scontrati con un blocco, concretizzatosi nel no alla legge di bilancio. Tra il non fare nulla e continuare senza un bilancio, o tornare a dare voce agli spagnoli, scelgo la seconda opzione", ha detto in conferenza stampa, 15 febbraio, il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, confermando così le voci di elezioni anticipate.

Dopo aver accusato l'opposizione di ostruzionismo e di vegliare su "interessi privati", il leader del Partito Socialista Spagnolo dei Lavoratori (PSOE) ha deciso di anticipare la chiamata alle urne e affrontare i suoi avversari da candidato. Due giorni prima, il Congresso spagnolo non aveva approvato la finanziaria e, a causa della defezione dei partiti catalani, è venuta meno la maggioranza.

REUTERS/Juan Medina

La traiettoria politica di Sánchez è stata caratterizzata da una certa resilienza politica che verrà messa ancora una volta alla prova. È salito al potere il 1° giugno 2018 dopo un voto di sfiducia che ha fatto cadere il governo del conservatore Mariano Rajoy.

Sánchez, 46 anni, ha rivendicato i risultati ottenuti in questi otto mesi alla guida dell'esecutivo spagnolo. "Rafforziamo la democrazia: non solo attraverso un governo aperto ed esemplare, ma avendo posto fine ad un governo assediato dalla corruzione".

Tutti assieme appassionatamente, Vox, PP e Ciudadanos in piazza

Quali saranno i rivali di Sanchez?

Pablo Casado (PP): il successore di Rajoy debutta come leader del PP ed è il candidato alla presidenza del governo. Da quando ha preso le redini del partito, Casado, 38 anni, ha attaccato la strategia del dialogo di Sánchez di fronte alla sfida dell'indipendentismo catalano. Pone ideologicamente il PP in un'area politica che chiama "destra senza complessi". Tra le rivendicazioni: il ritorno ad una legge sull'aborto simile a quella degli anni '80. Casado assicura che, se dovesse vincere, intende applicare nuovamente l'articolo 155 per assumere il controllo del Governo della Catalogna.

Pablo Casado, leader dei Popolari REUTERS/Susana Vera

Albert Rivera (Ciudadanos): il leader del partito liberale ha descritto fin dall'inizio l'esecutivo di Sánchez come un "governo Frankenstein". Lo accusa, come Casado, di non aver avuto il pugno di ferro contro il movimento indipendentista in Catalogna. "La Spagna ha bisogno di liberalismo, patriottismo, futuro e modernità", dice Rivera, 39 anni, dando avvio alla sua campagna elettorale. "Cose che non si costruiscono parlando di Franco e dell'aborto".

Pablo Iglesias (Podemos): Al momento della convocazione delle elezioni, il leader della formazione di sinistra, 40 anni, era in congedo di paternità. Il suo partito sta attraversando l'ennesima crisi interna dopo le dimissioni di Iñigo Errejón, una delle figure più importanti dalla fondazione del partito, che aspira a presiedere la comunità di Madrid.

L'ultradestra punta per la prima volta al Congresso

REUTERS/Susana Vera

Santiago Abascal (Vox): l'estrema destra potrebbe entrare in Congresso per la prima volta nella recente democrazia spagnola. Potrebbe farlo con il partito Vox e con il suo leader, Santiago Abascal, 42 anni. Una lunga carriera politica alle spalle da leader del PP nei Paesi Baschi, ha fatto il salto della barricata spostando la propria ideologia politica sempre più a destra. Vox è stato fondato nel 2013 e, dopo diversi fallimenti elettorali, ha avuto un exploit alle elezioni andaluse dell'anno passato dove per la prima volta ha ottenuto 12 seggi nel Parlamento locale. E' riuscito ad entrare in connessione con l'elettorato preoccupato di eventuali fratture territoriali.

Cosa dicono i sondaggi?

Secondo l'ultima indagine del Centro de Investigaciones Sociológicas de España (CIS), fino a un mese fa il PSOE era in testa alle intenzioni di voto. Tuttavia, non raggiungerebbe la maggioranza assoluta di 176 seggi necessari, nel sistema elettorale spagnolo, per governare da solo.

"Lo scenario strutturale non è destinato a cambiare dopo queste elezioni", ha detto a Euronews il sociologo e politologo spagnolo Jorge Galindo. "Quindi o a governare sarà una coalizione che va dal centro alla destra, o la sinistra stringerà patti con i sovranisti oppure potremo assistere ad un patto costituzionalista che includa PSOE e Ciudadanos".

Galindo spiega che, data la complessità di tutti questi scenari, non è inconcepibile che il 28 aprile non produca una soluzione alla crisi bensì blocchi ancor di più la macchina politica spagnola.

Una coalizione di destra avrebbe i numeri per governare?

Casado, Rivera e Abascal sono stati fotografati insieme domenica 10 febbraio, quando hanno unito le forze per indire una manifestazione nel centro di Madrid con l'obiettivo di chiedere a Sánchez di indire elezioni anticipate. Non è la prima volta che hanno fatto convergere i loro interessi. A gennaio, hanno raggiunto un patto storico per strappare il governo andaluso al PSOE dopo quattro decenni di leadership socialista indiscussa nella regione meridionale della Spagna.

Il ripetersi di questa situazione è una delle ipotesi che gli analisti politici considerano, ma che i candidati negano. Iniziata ufficialmente la campagna elettorale, ciascuno parla solamente della propria aspirazione a governare da solo.

I leader separatisti al Tribunale Supremo di Madrid il 12 febbraio. Emilio Naranjo/Pool via REUTERS

La questione catalana, al centro della politica spagnola

L'annuncio della fine del primo governo Sanchez ha coinciso con l'avvio dello storico processo ai leader catalani. Arriva anche dopo la sospensione del dialogo tra il governo socialista e i secessionisti catalani, cosa che ha portato alla bocciatura della finanziaria 2019 e alla crisi di governo.

"Questo esecutivo non accetterà mai un referendum di autodeterminazione", disse all'epoca Sánchez indicando quale fosse il principale scoglio nei negoziati.

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"La richiesta di elezioni anticipate, giunta dopo meno di un anno di governo Sanchez, dimostra ancora una volta ciò che tutti noi già sapevamo: la questione catalana è la principale fonte di instabilità per la politica spagnola", afferma Galindo."La sinistra, in particolare, è costretta a scegliere tra un patto con i sovraisti o con il centrodestra per poter governare. I nemici saranno tutti coloro con i quali non stringerà accordi".

Tre elezioni in meno di tre mesi

Dopo il 28 aprile, gli spagnoli saranno chiamati a votare anche alle elezioni locali, regionali ed europee del 26 maggio. "Penso che questo sia un buon appuntamento, è importante parlare di Spagna e non mischiare i dibattiti", ha detto Sánchez. "La conseguenza immediata dell'annuncio è la sensazione di vivere in una campagna elettorale permante", conclude Galindo.

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