Sul tavolo c'erano gli accordi sulla Repubblica di Macedonia, di cui Berlino si è fatta garante. Buoni i rapporti con Tsipras, ma ad Atene la visita è contestata
Il ritorno in Grecia di Angela Merkel avviene in una Atene Blindata. Cinque anni e tre piani di salvataggio sono trascorsi dalla sua ultima visita ellenica: ma stavolta i toni sono decisamente più distesi. Sul tavolo c'è la piu che ventennale contesa riguardo al nome da dare alla vicina repubblica di Macedonia, il cosiddetto accordo di Prespa, in base al quale la denominazione cambirebbe in Macedonia del Nord.
"L'accordo di Prespa - ha dettoil premier greco Alexis Tsipras - è un passo avanti molto significativo per la stabilità, la sicurezza e lo sviluppo della regione. Credo che si tratti di un accordo modello per altre controversie, il che dimostra che soluzioni reciprocamente accettabili possono essere prese senza che una parte imponga qualcosa all'altra.
"Sono grata ad Alexis Tsipras per aver preso l'iniziativa di trovare una soluzione insieme al premier macedone Zoran Zaev su una questione molto difficile, quella della controversia sul nome con il paese vicino" gli ha fatto eco Merkel. "Sono convinta che la soluzione andrà a vantaggio della Grecia, della Macedonia del Nord, della stabilità nei Balcani occidentali e dell'Unione Europea".
A farsi garante dell'intesa è stata proprio Berlino; ma non c'erano solo gli accordi di Prespa sul tavolo durante il bilaterale. Merkel e e Tsipras hanno discusso della crisi dei rifugiati, della situazione economica nella Grecia post Troika e della crescita di consensi per i populisti e l'estrema destra, una questione che con le elezioni dietro l'angolo - e gli anarchici che, proprio nelle ore del suo incontro con Merkel, sono tornati a scontrarsi con la polizia - preoccupa soprattutto il leader ellenico