Consegnato il Nobel per la Pace, a una yazida e a un medico congolese

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Di Cinzia Rizzi
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L'attivista Nadia Murad e il medico Denis Mukwege hanno ricevuto il premio a Oslo, per i loro sforzi nel porre fine all'uso della violenza sessuale come arma di guerra

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Due storie diverse di speranza e resilienza si sono incontrate, per condividere il Nobel per la pace 2018. L'attivista yazida irachena Nadia Murad e il medico congolese Denis Mukwege hanno ricevuto durante la cerimonia a Oslo il premio, per gli sforzi profusi nel porre fine all'uso della violenza sessuale come arma di guerra.

"Grazie mille per questo riconoscimento", ha dichiarato la giovane donna. "Ma l'unico premio al mondo che può ridarci la dignità è la giustizia è il processo ai criminali. Non c'è premio che può compensare la perdita della nostra gente e dei nostri cari, uccisi solo perché yazidi".

La 25enne, sopravvissuta a violenze atroci in Iraq, è diventata simbolo delle sofferenze inflitte dall'Isis alla comunità yazida.

A condividere con la Murad il premio, il dottor Denis Mukwege, che nella Repubblica Democratica del Congo ha fondato un ospedale, specializzato nella cura di danni fisici causati da violenze sessuali.

Durante la cerimonia in Norvegia ha chiesto un'azione forte, contro i leader di quei Paesi nei quali si verificano tali crimini: "Gli Stati devono smettere di accoglierli stendendo loro il tappeto rosso. Dovrebbero invece lottare contro l'uso dello stupro come arma di guerra. Come? Imponendo sanzioni economiche e politiche a questi leader e portandoli in tribunale. Fare la cosa giusta non è difficile, è solo una questione di volontà politica".

La consegna del Premio Nobel per la pace è coincisa tra l'altro con le celebrazioni dei 70 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani.

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