Iraq: scoperte oltre 200 fosse comuni attribuite all'Isis

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Di Cristiano Tassinari
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Le Nazioni Unite hanno rivelato che in Iraq, nella zona di Mosul, sono state rinvenute oltre 200 fosse comuni, da attribuire al sedicente Stato Islamico. Una di loro contiene migliaia di corpi.

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Più di 200 fosse comuni sono state scoperte in Iraq in aree precedentemente controllate dai militanti dell'ISIS: lo hanno riferito le Nazioni Unite, martedì 6 novembre.

Le tombe contengono i resti di migliaia di persone, ritenute vittime del sedicente stato islamico, che tra giugno e dicembre 2014 ha invaso vaste aree dell'Iraq settentrionale, dichiarandole parte del loro cosiddetto Califfato.

Ossa umane in una delle fosse comuni attribuite all'ISIS.

Tra le vittime, ci sono donne, bambini, anziani e disabili, nonché membri delle forze armate e della polizia irachene, si legge nel rapporto dell'ONU.

"È difficile determinare il numero totale di persone in queste tombe", spiega la portavoce dell'ONU, Ravina Shamdasani.
"Il più piccolo sito di Mosul Ovest conteneva otto corpi, mentre il più grande si crede possa essere la fossa di Khasfa a sud di Mosul, che potrebbe contenere migliaia di corpi".

Ravina Shamdasani, portavoce dell'ONU.

Le fosse comuni sono concentrati in quattro province: Ninewa, Kiruk, Salah al-Din e Anbar - nella parte settentrionale e occidentale del paese - vicino al confine con la Siria.

Le Nazioni Unite hanno rivelato che quasi 33.000 civili sono stati uccisi dall'ISIS, con oltre 55.000 feriti.

Queste morti si sono verificate in quello che le Nazioni Unite hanno definito una campagna di "violenza sistematica e diffusa, che può equivalere a crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio".

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