Il D-Day del pastore che scatenato la crisi Usa-Turchia

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Di Euronews
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Si chiude il processo contro Andrew Brunson, il pastore evangelico accusato di terrorismo e spionaggio in Turchia. Gli Stati Uniti avevano protestato contro la sua detenzione prolungata, e inflitto sanzioni e dazi che hanno colpito l'economia turca

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La Casa Bianca auspica il rilascio del pastore evangelico americano Andrew Brunson, ma nega qualsiasi accordo con il Governo turco per un alleggerimento di sanzioni e dazi come contropartita.

NBC News e il Washington Post avevano riportato indiscrezioni secondo le quali i due Paesi si erano accordati in vista dell'udienza di queste ore sul caso del religioso, in carcere da 21 mesi per terrorismo e spionaggio. L'intesa avrebbe previsto il rilascio del pastore oppure, in caso di condanna, la possibilità di scontare la pena negli Stati Uniti.

L'uomo è accusato di avere legami con la presunta rete golpista del nemico numero uno di Recep Tayyip Erdoğan, Fetullah Gülen, in esilio volontario negli Stati Uniti. Brunson, che nega ogni accusa, rischia 35 anni di carcere.

Come conseguenza alla crisi diplomatica, ad agosto Donald Trump aveva raddoppiato i dazi doganali su alluminio e acciaio importati dalla Turchia.

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