Sale il bilancio delle vittime: oltre 1370 i morti nel disastro
Nell'Indonesia in macerie, piegata dal terremoto di magnitudo 7.5 di venerdì scorso, non c'è tempo per fare la conta dei danni che hanno devastato l'arcipelago di Sulawesi: le squadre dei soccorritori continuano a scavare alla ricerca di sopravvissuti, a mano e con i mezzi meccanici dove è possibile.
Cinque giorni all'inferno per l'Indonesia: la scossa di cinque giorni fa, seguita dallo tsunami che ha travolto Sulawesi con onde alte più di 6 metri, un nuovo sisma al largo della costa meridionale di Sumba e il bilancio ufficiale delle vittime che cresce.
Sarebbero circa 1370 i morti nel disastro e oltre 100 i dispersi. Ma i soccorritori non si arrendono.
"Siamo consapevoli dei rischi che ci sono se si tarda negli aiuti - dice un volontario - sappiamo di dover fare in fretta a rimuovere le macerie dove possibile".
Le immagini dall'alto mostrano uno scenario apocalittico: Palu - capoluogo della provincia, uno dei centri piu colpiti - non c'è praticamente piu, spazzato via da terremoto e tsunami.
"È un disastro che si poteva evitare" dicono in molti, denunciando le incertezze nel dare l'allerta e i successivi ritardi nelle operazioni di aiuto.
Adesso tutti gli sforzi sono concentrati nei soccorsi ai feriti e ai sopravvissuti, che lottano con la fame e la sete, secondo le autorità e le organizzazioni non governative che operano sul posto.
Circa 200.000 persone sono in assoluta necessità di aiuto. Molti sopravvissuti sono alla ricerca di acqua potabile, cibo e dei pochissimi edifici, quasi del tutto crollati, che hanno ancora la corrente elettrica.
Scatta anche il fenomeno sciacallaggio: si moltiplicano gli scontri tra la polizia e la folla all’assalto dei market.