Tsipras: "Noi ce l'abbiamo fatta. E ora vogliamo dire la nostra"

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Di Efi Koutsokosta
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"Global Conversation" a 360 gradi con il Primo Ministro greco Alexis Tsipras. Tanti gli argomenti affrontati: la fine della crisi, il rapporto con l'Europa, l'austerità e le pensioni, il problema immigrazione, Salvini e l'Italia, gli accordi con Turchia e Macedonia, la tragedia degli incendi...

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STRASBURGO (FRANCIA) - Il Parlamento Europeo di Strasburgo riserva un applauso al Primo Ministro greco Alexis Tsipras, l'artefice - negli ultimi anni - dell'uscita della Grecia da una drammatica crisi economica iniziata otto anni fa**.

In quest'occasione, Euronews ha organizzato un'intervista a 360 gradi con Tsipras, una vera e propria "Global Conversation".

Efi Koutsokosta, giornalista greca di Euronews, si trova a Strasburgo per intervistare il Primo Ministro della Grecia, Alexis Tsipras, 44 anni, in carica dal settembre 2015.

Per agevolare la lettura dell'intervista, l'abbiamo divisa in differenti capitoli, in base ai temi trattati da Tsipras.

"The Global Conversation", la nostra intervista esclusiva ad Alexis Tsipras.

Questi gli argomenti trattati da Tsipras nell'intervista:
- L'Europa e la Grecia
- Austerità e pensioni
- Immigrazione
- Il rapporto con Salvini e l'Italia
- L'accordo per la Macedonia
- La tragedia degli incendi nella regione dell'Attica

Alexis Tsipras durante l'intervista concessa a Euronews alla collega Efi Koutsokosta.

L'EUROPA VISTA DALLA GRECIA, LA GRECIA VISTA DALL'EUROPA

- Benvenuto, Primo Ministro...e grazie per essere ospite a "Global Conversation" qui al Parlamento Europeo a Strasburgo. Vorrei approfittare della sua presenza e fare un confronto con il passato. Quando ha assunto la guida del governo greco per la prima volta nel 2015 ha criticato duramente l'Europa e il modo in cui affronta la politica degli Stati membri e in particolare sulle questioni economiche. Come è cambiato lei da allora e come è cambiata l'Europa?

"Ho criticato l'Europa per i suoi errori e per gli errori commessi dai precedenti governi greci", risponde Tsipras. "E per il fatto che la Grecia ha avuto bisogno addirittura di otto anni di duri programmi di austerità, mentre altri paesi sono riusciti a uscire dalla crisi in appena tre anni. Noi ce l'abbiamo fatta, ma è stata dura! E ora vogliamo dire la nostra.
Ovviamente ho fortemente criticato anche il fatto che questi programmi e queste politiche sono stati decisi a porte chiuse. Lì c'era e c'è ancora un deficit democratico che consiste in una sorta di "feticismo" fiscale, un approccio economico neoliberista alla gestione delle crisi... Ecco i principali motivi per cui l'Europa ha smesso di essere attraente per i suoi cittadini e il motivo principale per l'ascesa dell'estrema destra.
Se mi chiede dell'Europa, le dico che è stata costretta ad adattarsi, ma non ha fatto molto e lo ha fatto sempre troppo tardi. I cambiamenti sono stati fatti in ritardo e avrebbero dovuto essere più profondi. Per quanto riguarda me, tutte le persone cambiano, si adattano per affrontare le difficoltà, ma la mia direzione non è cambiata. Il mio obiettivo finale era quello di far uscire la Grecia dalla crisi e l'ho fatto con le minori perdite possibili per la maggioranza del paese".

- In vista delle elezioni europee e visto che l'intero panorama politico in Europa è cambiato, chi sosterrebbe? E visto che ha appena incontrato il commissario per gli affari economici e monetari Pierre Moscovici, lo vedrebbe come possibile Presidente della Commissione, sebbene sia un membro dei socialisti e non della sinistra?

"La cosa più importante, prima di pensare alle persone, è vedere i programmi. E il mio partito, Syriza (Coalizione della Sinistra Radicale, ndr) può avere una posizione ruolo cruciale al fine di creare un più ampio contesto di convergenza tra le forze progressiste e democratiche dell'area politica di sinistra, della democrazia sociale e dell'ecologia.
Stiamo lavorando in questa direzione senza cambiare la nostra famiglia politica. Ma trovo molto positivo il fatto che da tre anni vado alle riunioni dei leader socialisti come invitato e osservatore, perché l'ho scelto io e sono molto vicino a tutte queste idee, perché penso che qualcosa di nuovo debba essere creato per l'Europa e per le forze politiche che sostengono la maggioranza dei cittadini".

- Tornando alla Grecia e alle questioni economiche, Atene non vive piu sotto un programma di salvataggio, i funzionari dell'UE si congratulano con la Grecia per tutti gli sforzi fatti, ma [i](<iframe width=) cittadini sono ancora preoccupati per alcune misure previste e mi riferisco ai nuovi tagli pensionistici che sono già stati concordati con le istituzioni. E' in grado di ignorare il Fondo Monetario Internazionale che ha chiesto questa misura e di annullarla anche se si trattasse di un atto unilaterale?

"Il cambiamento strutturale rispetto a qualche mese fa è evidente", spiega il Primo Ministro greco. "Il paese ha finito con il programma di aggiustamento dei conti, abbiamo finito con i memorandum, e ora siamo un paese normale, con alcune restrizioni ovviamente previste per tutti i paesi dell'Eurozona e avremo uno speciale canale di comunicazione con la Commissione e le istituzioni, come ogni altro paese che esce da un programma di salvataggio.
Ciò che è cambiato, ed è molto importante, è che la Grecia deve raggiungere gli obiettivi di bilancio concordati, ma il nostro governo deciderà in autonomia i mezzi e le politiche attraverso cui gli obiettivi saranno raggiunti. Quindi, ci impegniamo a raggiungere l'avanzo primario del 3,5 percento del PIL nel 2019. Nella misura in cui tale obiettivo sarà raggiunto, allora presenteremo il bilancio per il 2019 il 15 ottobre alla Commissione Europea. Ne discuteremo con loro e credo che prevarrà lo scenario che risulterà piu vantaggioso per mantenere il ritmo di crescita dell'economia e della maggioranza dei cittadini.
E ciò che è vantaggioso per l'economia è fermare i tagli e l'austerità che creano una politica anticiclica, riducono la domanda e il consumo e spingono nuovamente l'economia verso una spirale di recessione da cui siamo appena sfuggiti. Comunque, sono ottimista sul fatto che le cifre saranno positive e quindi riusciremo a realizzare qualcosa di buono per il meglio dell'economia, ma anche per i pensionati".

"SALVIAMO LE PENSIONI"

- Quindi, quello che dichiara è che se raggiunge l'obiettivo non taglierà le pensioni. Può affermarlo chiaramente?

"Lo dico chiaramente", risponde Alexi Tsipras. "Se raggiungiamo gli obiettivi, penso che riusciremo a evitare una misura che non è necessaria, non aiuta la crescita e non è strutturale".

- Il Presidente del consiglio direttivo del Meccanismo Europeo di Stabilità, nonchè Presidente dell'Eurogruppo, i ministri finanziari dell'Unione Europea, il portoghese Mário Centeno, ha affermato in un'intervista che se non attuate le riforme concordate, le misure per il debito verranno congelate. Ma ha anche detto che i tagli pensionistici sono inclusi nelle riforme strutturali e non è una misura fiscale.

"Adesso spiego. È giusto, quello che è stato concordato è il 3,5% del surplus primario che dobbiamo raggiungere per rimborsare il debito. La Grecia non deve tornare all'era dei deficit, della spesa estrema e della corruzione, della cattiva gestione. La Grecia deve continuare sulla strada delle riforme strutturali. Tra queste, anche la riforma delle pensioni che ha dato al paese la possibilità di recuperare le finanze pubbliche. Quindi, le riforme strutturali non devono essere cancellate e non lo saranno. Il taglio della "differenza personale", la nostra regola per le pensioni, non è una riforma strutturale, quindi questo conferma che se raggiungeremo gli obiettivi, le pensioni non saranno tagliate".

- E se alla fine non raggiungerete gli obiettivi?

"Se non ci riusciremo, dovremo comunque trovare il modo di salvare le pensioni", continua Tsipras. "Questo è il nostro obbligo. Quando un paese ha degli obblighi, è come quando una famiglia ha degli obblighi, deve risparmiare soldi e pagare per questi obblighi. Sfortunatamente i precedenti governi hanno lasciato un paese con un enorme debito, un paese non ai margini del default, ma già in bancarotta. La Grecia è un paese con un debito del 180% del PIL. Quello che siamo riusciti a fare è rendere sostenibile il rimborso del debito.
E come ce l'abbiamo fatta?
Attraverso l'estensione delle scadenze dei titoli greci per il secondo programma di salvataggio e un periodo di grazia (un piccolo ritardo oltre il limite estremo della scadenza di una obbligazione, ndr) anche per i tassi d'interesse dal 2022 al 2032, il che significa che i rimborsi fino al 2032 sono molto bassi e quindi, dal 2032 in poi, ci siamo assicurati una riduzione dei rimborsi con un limite del 15 percento del PIL per finanziare il nostro debito.
Ciò ha dato sicurezza ai mercati e agli investitori insieme al buffer di cassa di 30 miliardi di euro che ci dà la possibilità di scegliere quando è il momento giusto, entro il 2020, per andare a prendere in prestito denaro dai mercati con bassi tassi di interesse".

Il Primo Ministro greco durante l'intervista rilasciata a Strasburgo.

PROBLEMA IMMIGRAZIONE

- Andiamo ora ad un altro importante problema per l'Europa: l'immigrazione. La Grecia rimane in prima linea. Vorrei chiederle qualcosa sull'ultima allerta proveniente dalla regione del Mar Egeo settentrionale, con gli hotspot di Moria e Lesbo che potrebbero chiudere tra un mese a causa delle pessime condizioni di vita dei migranti. Perché la Grecia non è mai riuscita ad affrontare questa situazione, da quando, in tutti questi anni, è sorto il problema migranti?

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"Per la semplice ragione che, anche se avessimo un hotel di lusso con una certa capacità, siamo comunque obbligati a ospitare persone cinque o sei volte di più di quanto è possibile... E' ovvio che non si può rispondere a tutte le esigenze. Questa è la realtà delle isole. E questa è una realtà definita dall'accordo, molto complicato, che abbiamo firmato con la Turchia e che dobbiamo attuare".

- Non è già attuato?

"Lo stiamo facendo e stiamo cercando di farlo in linea con gli accordi internazionali, la legge internazionale e i diritti umani. Ciò significa che non possiamo annegare le persone nell'Egeo e non vogliamo che ciò avvenga... Significa anche che non possiamo riportare indietro le persone senza aver esaminato ad un primo, secondo e terzo livello le loro affermazioni, come previsto dal diritto e dalle convenzioni internazionali che rispettiamo.
Dobbiamo stare molto attenti in modo che nemmeno una singola persona, che ha diritto alla protezione e all'asilo, debba tornare indietro. Questo è qualcosa che provoca ritardi e i flussi non si riducono. Sono stati ridotti rispetto alla tragica situazione del 2015, ma parliamo di decine di persone che arrivano ogni giorno e creano questo eccessivo concentramento di persone e - mi creda - nessun singolo paese, nessuna struttura potrebbe gestirla efficacemente da soli, dato che la sua priorità è soddisfare le richieste delle leggi e degli accordi internazionali".

SALVINI E L'ITALIA

- Qual è il suo rapporto con Salvini e il governo italiano? E' sulla stessa lunghezza d'onda per quanto riguarda il problema dei rifugiati?

"Non direi proprio", risponde il Primo Ministro greco. "Tuttavia, lei mi dà la possibilità di dire che il governo italiano rivela la grande contraddizione tra coloro che sono considerati come intransigenti e hanno lo stesso approccio di destra per quanto riguarda i rifugiati, ma sono divisi a seconda di dove vivono, a nord o a sud dell'Europa. Perché le forze di estrema destra in Italia hanno lo stesso background politico di quelle del Nord Europa...
Una questione cruciale, però, è quella di un paese lasciato da solo a gestire il problema: mentre un paese del nord che non è circondato dal mare può costruire muri e dichiarare che affronterà il problema da solo e non si preoccupa degli altri, l'Italia non può farlo e questa è la grande contraddizione tra coloro che pensano che un'enorme crisi globale come la crisi migratoria possa essere risolta senza solidarietà e cooperazione".

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- Quindi pensa che l'Italia abbia ragione a mantenere questa linea dura?

"Il governo italiano ha un atteggiamento contraddittorio", continua Tsipras. "Da un lato, rifiuta di ricevere le navi con i migranti, ma dall'altra parte, quando arrivano nelle sue acque, chiede agli altri paesi vicini di accettarli. Quindi, non può risolvere da solo il problema della crisi dei rifugiati e nessuno può farlo, ma non penso sia giusto criticare un altro governo, quindi le dirò il mio punto di vista e il punto di vista del governo greco: si tratta di una crisi europea e una crisi internazionale, non è una crisi greca, o una crisi italiana, o una crisi spagnola, è un problema europeo. Ad ogni modo, la maggior parte di queste persone non vuole stare nei paesi di prima entrata, il loro obiettivo finale è andare nei paesi dell'Europa centrale. Perciò c'e' solo un modo per indirizzarli ed è un modo collettivo. A un problema collettivo va trovata una soluzione collettiva".

Un'espressione "riflessiva" di Alexis Tsipras al Parlamento di Strasburgo.

MACEDONIA ED ELEZIONI

- Andiamo a una questione geopolitica in cui la Grecia è al centro dell'attenzione: parlo dell'accordo raggiunto con Skopje sulla disputa sul nome Macedonia[.](<iframe width=) Secondo recenti sondaggi, la maggior parte dei cittadini afferma che approverà l'accordo. Se tutto andra bene anche dall'altra parte e l'accordo arriverà al Parlamento greco, cosa succederà? Glielo sto chiedendo visto che il vostro alleato nella coalizione ha chiaramente affermato che non sosterrà questo accordo. Quale sarà quindi l'eredità del suo governo? Rischiamo le elezioni a causa della questione macedone?

"Prima di tutto, desidero e spero che questo accordo prosegua. E sostengo lo sforzo di Zoran Zaev per vincere il referendum in programma in Macedonia il 30 settembre e, naturalmente, lo sforzo ancora più difficile per trovare i 2/3 in Parlamento al fine di approvare il cambiamento costituzionale necessario", spiega Alexis Tsipras. "È una grande opportunità per la Grecia, è una grande opportunità per tutta la regione. Risolve un problema che esiste da decenni, lo risolve in modo positivo per il paese. Ad ogni modo, 140 paesi in tutto il mondo hanno riconosciuto il paese vicino sotto il suo nome costituzionale (Macedonia) Ora c'è la definizione geografica da chiarire e c'è soprattutto il riconoscimento da parte dei nostri vicini, che hanno ammesso che la storia dell'antica Macedonia è greca e questo è un risultato enorme.
Per la seconda parte della sua domanda, sarò diretto: l'accordo arriverà al Parlamento, come viene definito dall'accordo stesso, quando il cambiamento costituzionale nell'altra parte sarà completato e quando il protocollo di adesione alla NATO continuerà, in modo che possiamo anche approvare anche quel protocollo. L'accordo troverà una maggioranza assoluta al Parlamento greco, ne sono certo.
E a proposito dell'ultima parte della sua domanda, rispetto, ma non sono d'accordo con la posizione del nostro alleato di coalizione, con cui ho una leale cooperazione e sono sicuro che va incontro ai suoi principi. Ma ciò non scuoterà minimamente il buon andamento del paese verso la ripresa economica e la stabilità politica".

- Visto che parliamo di elezioni, nei giorni scorsi lei non ha chiuso del tutto la porta a questa eventualità. Può farlo ora? Può sicuramente dire che le elezioni si terranno al termine dei quattro anni di governo o potremmo aspettarci qualche sorpresa?

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"Penso di essere stato chiaro", ribatte Tsipras. "L'obiettivo e la strategia del governo è di completare i quattro anni e ho spiegato che questo è qualcosa per il nostro interesse politico, visto che durante le elezioni europee di maggio 2019, avremo la possibilità di tastare l'umore e l'equilibrio della società greca...e questo non ha nulla a che fare con il calo di consensi annunciato dagli ultimi sondaggi. Quindi il nostro obiettivo e la nostra strategia sono mirate verso le elezioni dell'ottobre 2019".

- Quindi a maggio si esclude lo scenario delle triple elezioni (nazionali, europee, regionali)?

"Non è nostra volontà avere elezioni triple".

LA TRAGEDIA DEGLI INCENDI

- Per concludere, vorrei fare una domanda più personale su una tragedia che ha sconvolto l'Europa durante l'estate: mi riferisco agli incendi nella regione dell'Attica, dove sono morte quasi 100 persone. Ha sentito il bisogno di scusarsi con le persone che hanno vissuto questa tragedia?

"Signora Koutsokosta, ascolti: mi sono scusato per le mie azioni, ma non per ragioni di comunicazione. Ho preferito non affrontare questa tragedia in termini di comunicazione, mentre mi assumo la responsabilità politica della tragedia, non solo in nome del mio governo, ma anche per gli altri governi che ci hanno preceduto.
Perché i motivi principali di questa tragedia non sono solo i fenomeni naturali, il fuoco e il forte vento, ma anche gli errori che sono stati fatti, ma questo sarà giudicato da altri, non da me. Tutti si rendono conto di quanto sia difficile affrontare un disastro in un'ora e mezza: questo è stato il tempo dall'inizio dell'incendio fino all'arrivo del fuoco in spiaggia. Ma direi che una gran parte delle responsabilità ce l'ha il modo in cui queste aree sono state costruite: le persone non avevano modo di raggiungere la spiaggia, si sono arenati a causa delle costruzioni illegali, che non sono responsabilità del mio governo".

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- Comunque è stato il suo governo a dover gestire l'emergenza...

"Ho accettato la piena responsabilità politica e abbiamo intrapreso uno sforzo enorme per il recupero dell'area, per guarire le ferite. Purtroppo, non possiamo riportare indietro le persone che abbiamo perso, ma abbiamo iniziato la battaglia per coloro che ci sono ancora", conclude Tsipras, "in modo che Mati e tutta l'Attica possano rinascere il prima possibile".

La giornalista Efi Koutsokosta, che ha realizzato l'intervista a Tsipras.
La giornalista di Euronews Efi Koutsokosta.

Journalist • Cristiano Tassinari

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