Siria: nessun cessate il fuoco a Idlib

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Di Eloisa Covelli
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Incontro a tre a Teheran tra Putin, Erdogan e Rouhani

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Doveva essere il vertice per frenare l'offensiva minacciata da Bashar al Assad contro Idlib, ultima roccaforte anti-regime nella Siria nordoccidentale. Ma intorno al tavolo di Teheran, dove erano riuniti i leader di Russia, Turchia e Iran, l'appello di Erdogan a un cessate il fuoco è caduto nel vuoto. Sia Putin che Rouhani sono convinti che Assad "ha il diritto" di riprendersi il controllo della regione. Per il presidente iraniano i ribelli non sono gli unici a doversene andare.

"La presenza illegale e l'intervento dell'America in Siria - dice il presidente iraniano, Hassan Rouhani - deve finire immediatamente"

Tutti sono d'accordo sul fatto che i civili vadano protetti.

"La prima cosa da fare a questo punto è cacciare i militanti dalla provincia di Idlib - dice il presidente della Federazione russa, Vladimir Putin - perché la loro presenza mette in pericolo la sicurezza dei cittadini siriani e dei residenti in tutta la regione".

L'offensiva preparata dai raid di questi giorni potrebbe entrare a pieno regime la prossima settimana.

"La Turchia ospita già 3 milioni e mezzo di rifugiati siriani - ha detto Recep Tayyip Erdoğan - Altrettanti sono i siriani che vivono a Idlib. La Turchia non ha le risorse e la forza per ospitare altri 3 milioni di profughi. Dobbiamo fare qualcosa per prevenire la migrazione dall'aerea"

L'ultimo tentativo di mediazione è ora affidato all'inviato dell'Onu per la Siria Staffan de Mistura, che al Consiglio di sicurezza, convocato a New York, ha annunciato un incontro lunedì e martedì con i rappresentanti di Mosca, Teheran e Ankara.

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