Il business delle capesante

Il business delle capesante
Di Debora Gandini
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Il business delle capesante

PUBBLICITÀ

La produzione della pesca dell’Unione europea corrisponde al 5% circa di quella mondiale mentre la produzione dell’acquacoltura dell’UE si attesta all’incirca al 2% del volume della produzione mondiale. I principali paesi, in termini di catture sono Spagna, Danimarca, Regno Unito e Francia.

Nella Manica è in corso una battaglia navale tra pescatori francesi e britannici sulle capesante, i molluschi rappresentano la terza cattura più importante in Francia e Gran Bretagna, i due paesi al momento in guerra.

Tra le principali specie catturate negli stati membri europei sempre nel 2013 risultano il tonno pinna gialla al 7,9%, il nasello 6,1% e le famose capesante. Gusti decisamente diversi per gli inglesi dove la pesca dello sgombro raggiunge il 26,5% mentre quello dell’aringa il 15,2%. Tra le prime 15 specie catturate dall'UE, le capesante risultano in coda alla classifica con una percentuale dell'1,7%.

La pesca delle “Coquille Saint Jacques”, come vengono chiamate dai francesi, ha regolamenti nazionali e non europei ben precisi. Questo tuttavia non significa che ogni paese debba gestire a suo modo questa risorsa, fa notare Dimitri Rogoff, Presidente del comitato di pesca della Normandia. “Le capesante non sono una risorsa illimitata, sono fragili, e sensibili. È una specie che dobbiamo davvero preservare.”

Mentre la Gran Bretagna consente alle sue navi di operare tutto l'anno, la Francia consente la pesca dei celebri molluschi solo tra il 15 maggio e il 1° ottobre.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Capesante: trovato accordo

Si contano i danni della "battaglia delle capesante"

La "guerra delle capesante". Serve una soluzione tra Francia e GB