Porte in faccia ai venezuelani

Porte in faccia ai venezuelani
Di Alberto De Filippis
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Mentre un giudice federale congela gli asset di PDVSA negli Usa

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L'Onu domanda ai paesi latinoamericani di accettare i venezuelani che lasciano la propria nazione. La richiesta arriva dopo che Perù ed Ecuador hanno iniziato a pretendere la presentazione del passaporto e non più della semplice carta d'identità, per entrare sui propri territori. Una richiesta che ha dell'assurdo visto che le stesse Nazioni Unite continuano a non prendere una posizione chiara a proposito del dramma venezuelano. Anche se probabilmente ogni iniziativa in seno al consiglio di sicurezza potrebbe essere bloccata da Cina e Russia vicine al presidente Nicolas Maduro.

Famiglie disgregate in Venezuela

In questo stallo diplomatico sono intrappolate migliaia di peersone con Brasile, Perù, Ecuador ed altri paesi dell'area che cominciano a chiudere le frontiere. Qualcosa che fa pure Panama che si trova peraltro a dover gestire anche il flusso di arrivi dal Nicaragua, altro paese in profonda crisi. Solo la Colombia per ora non ha preso posizione.

Novità arrivano invece dagli Stati Uniti dove un giudice federalle ha disposto la messa all'asta delle azioni Citgo, grande catena di pompe di benzina, ma soprattutto filiazione della compagnia petrolifera venezuelana Pdvsa, vero tesoro del chavismo. Pdvsa è socia negli Usa dei russi di Rosneft e bloccarne gli asset, a meno che la società non emetta bond a sostegno del debito, vorrebbe dire mettere nei guai anche i russi, molto esposti in quuesta compagnia.

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