Argentina, un Paese diviso sull'aborto

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Di Simona Zecchi
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Due storie, due anime raccontano di un Paese che dibatte sulla questione con qualche punto in comune

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Un'Argentina divisa quella che si prepara al voto in Senato sulla proposta di legalizzazione dell’aborto. Nell'attesa di conoscere i risultati, due le storie che possono offrirci lo spaccato di come il Paese stia vivendo questa scelta importante.

Lorena Fernàndez è stata costretta a concludere la sua gravidanza all'età di 16 anni. Più tardi, all'età di 23 anni, il suo ex marito voleva che abortisse di nuovo ma è riuscita a fuggire da lui ed ha tenuto sua figlia, Evelyn. Lorena dice di essersi sentita come in trappola la prima volta e alla fine accettò di andare all'ospedale. E' come se la sua seconda gravidanza poteva avere le sembianze di un film già visto.

"Se è qualcun'altro a dirti che devi abortire, lasci stare - racconta Lorena -  ma se è qualcuno della tua famiglia a farlo, allora è doloroso accettarlo. E' molto più doloroso scoprire che tua madre ha messo il tuo bambino in una scatola e lo ha sepolto nel giardino di casa tua".

Lorena continua raccontando della sua seconda gravidanza:

"Sono scappata da suo padre e oggi lei, Evelyn, ha 13 anni ed è come un'amica per me. Perché devo sopprimere la vita di qualcuno? Perché devono essere altri a decidere per me"?

Secondo dati  disponibili, ogni anno in Argentina avvengono 500.000 aborti, quindi  si tratta di circa il 40% delle gravidanze. L'aborto continua a costituire così la prima causa di morti per gravidanza nel Paese negli ultimi 30 anni.

La storia di Eliana Hansen è, invece, quella di un'attivista che si batte per un aborto libero legale e sicuro. Nonostante si trovino ai due lati opposti della barricata, qualcosa che le accomuna c'è: entrambe hanno affrontato un aborto e tutte e due sono favorevoli a che si parli di adozione già dal feto, ma tutto il resto le divide.

Eliana ha avuto la possibilità di abortire a casa guidata da professionisti, ma sa benissimo che non tutte hanno la stessa possibiltià.

"Mi sono spaventata moltissimo, ho avuto paura di finire all'ospedale a causa di una emorragia, sapendo poi che lì avrebbero potuto denunciarmi", racconta Eliana: riferendo della sua esperienza. E poi continua:

"Ci sono donne che hanno più probabilità di soccombere per i tentativi di aborti, altre invece ce la fanno. A me sembra che le più vulnerabili siano le ultime della scala sociale".

"Non permetterei di abortire, ma aprirei un'altra porta: darei un'alternativa insomma, afferma Lorena. Penso che sia una questione sulla quale lo Stato debba dibattere, ossia concedere delle adozioni già da quando il feto è nel grembo".

Eliana è netta su un punto:

"Io però penso proprio che si debba concedere la interruzione volontaria della gravidanza. E' una questione di scelta: chi vuole la porta avanti, chi non vuole non lo fa."

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