Foto "11 settembre" su Toronto: rapporti tesi Arabia Saudita-Canada

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Di Cristiano Tassinari
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La ministra degli esteri canadese Chrystia Freeland interviene sulla crisi diplomatica esplosa tra Canada e Arabia Saudita: "Noi sosteniamo i diritti delle donne saudite". E su un profilo Twitter compare una foto - poi cancellata - in stile 11 settembre su Toronto...

L'Arabia Saudita attacca, il Canada risponde

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OTTAWA (CANADA) - Si infiamma la crisi diplomatica tra Arabia Saudita e Canada. Nei notiziari televisivi, in Arabia Saudita, non si parla d'altro. Ma Il Canada non arretra di un centimetro in difesa dei diritti umani.

Riyadh ha espulso l’ambasciatore canadese e ha richiamato il suo ambasciatore in Canada. Tutto questo per protesta contro presunte interferenze del governo canadese nelle questioni interne saudite. Congelato fino a data da destinarsi ogni nuovo accordo commerciale tra i due paesi. Sospesi anche tutti i voli diretti per Toronto.

Il conduttore di un telegiornale in Arabia Saudita: si parla della crisi con il Canada.

Ingerenze e diritti umani

Alla base della crisi diplomatica, un comunicato diffuso lo scorso 3 agosto dal ministero degli esteri canadese che esprimeva preoccupazione per l’arresto di alcune attiviste per i diritti delle donne, tra queste Samar Badawi, e se ne chiedeva l’immediato rilascio.

Il governo saudita ha considerato questa una "aperta e sfacciata" interferenza del Canada nella condotta dei propri affari interni.

"Non possiamo non sostenere i diritti delle donne"

Il ministro degli esteri canadese Chrystia Freeland esprime preoccupazione per l'espulsione dell'ambasciatore in Arabia Saudita e conferma che non c'è n****ulla di nuovo nella posizione del suo paese sulla vicenda.

Lo stesso ministro Freeland ha denunciato in un tweet, la settimana scorsa, l'arresto di Samar Badawi, che guida la campagna per la liberazione del fratello Raef al-Badaoui, un blogger dissidente, e di Walid Abu al-Khair, il suo ex-marito.

Cittadino saudita, Raef al-Badawi è stato imprigionato dal 2012 a causa di commenti fatti sul suo blog.

La moglie di Raef al-Badaoui, Ensaf Haidar, vive in Québec dall'autunno del 2013 con i suoi tre figli.

L'arresto di Samar Badaoui arrivò poche settimane dopo quelli di una dozzina di attivisti per i diritti delle donne, accusati di minare la sicurezza nazionale e collaborare con i nemici dello stato.

"Il nostro governo ha costantemente sostenuto i diritti delle donne a livello internazionale e abbiamo costantemente combattuto per i diritti delle donne anche in Arabia Saudita", ha dichiarato il ministro Freeland, ieri a Ottawa. Che, in altra sede, ha aggiunto: "Trovo vergognoso che le donne saudite non possano studiare".

Chrystia Freeland, 50 anni, ministra degli affari esteri del Canada.

Non basta il diritto alla guida...

A quanto pare, per gli attivisti dei diritti umani, il recente diritto alla guida anche per le donne non è considerato sufficiente, in un paese - e in una società, quella saudita - in cui il ruolo femminile resta più che marginale.

La forte risposta di Riyad alle critiche sembra mostrare i limiti delle recenti riforme sociali ed economiche intraprese dal principe ereditario Mohammed bin Salman.

**Minacce saudite? **

Un account Twitter pro-saudita ha provocato uno scandalo postando - prima di essere cancellato - una foto che ricorda gli attacchi dell'11 settembre, con un aereo diretto verso i grattacieli di Toronto.
Il fotomontaggio è stata rimossa, ma ha avuto grande eco sui social network.
Il ministero saudita dei media ha aperto un'inchiesta. 

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