Caso-Brunson, lira turca a picco: è l'effetto delle sanzioni Usa

Sanzioni Usa, effetto immediato
ANKARA (TURCHIA)
La lira turca cola a picco. E supera la barriera del minimo storico delle 5 lire per un dollaro americano, per un crollo complessivo del -25% in un anno.
E' l'effetto immediato delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti alla Turchia,dopo che il tribunale di Smirne ha respinto la richiesta di scarcerazione del pastore americano [Andrew Brunson](<iframe width="880" height="495" src="https://www.youtube.com/embed/poRGk8JWLao" frameborder="0" allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen></iframe>), considerato un membro dell'organizzazione di Fetullah Gulen, nemico numero uno del presidente turco Erdogan, in carcere da due anni con l'accusa di terrorismo e spionaggio.
In particolare, le sanzioni volute da Trump sono dirette a due ministri di Ankara: il ministro della giustizia Adbulhamit Gul e il ministro degli interni Suleyman Soylu. Bloccati i loro beni sotto giurisdizione americana.
Questo dopo che fonti americane hanno annunciato di essere a lavoro su un elenco di società turche da sanzionare.
Economia turca in crisi
Secondo gli analisti, lo scenario economico di Ankara su cui giungono queste sanzioni sembra già uno dei peggiori della recente storia turca. La lira è sempre più debole e l'inflazione galoppa: i mercati guardano con timore al futuro economico della Turchia e alle decisioni di Erdogan, ritenuto il responsabile di ogni decisione della Banca Centrale.
La Turchia resta particolarmente esposta alla fiducia degli investitori, perché necessita di finanziamento esterno; ma gli afflussi di capitali hanno rallentato in maniera notevole, rendendo difficile, per le società di Ankara, rimborsare i prestiti in valuta estera.
A seguito delle sanzioni americane, la situazione della lira, così come quella delle obbligazioni e dei titoli turchi, si è aggravata ulteriormente.
Dopo mesi di fermo, la Banca Centrale ha aumentato i tassi cumulativi di 500 punti base ad aprile. Mossa che, secondo molti, è arrivata troppo tardi. Diverse analisi mostrano come i prezzi al consumo siano aumentati di oltre il 16% a luglio.
Il governatore Murat Cetinkaya ha dichiarato che la scorsa settimana la Banca Centrale ha deciso di non alzare i tassi perché la crescita economica sembrava rallentare. Conseguentemente, bisognava lasciare spazio alla possibilità di assistere a effetti ritardati degli aumenti più recenti. Ma i prezzi attuali suggeriscono il prepararsi di un contesto ancora più problematico qualora un inasprimento della politica monetaria dovesse essere rimandato ancora a lungo.