L'impatto dei dazi sul porto di Anversa

L'impatto dei dazi sul porto di Anversa
Diritti d'autore 
Di Debora Gandini
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

L’ombra del protezionismo Usa sul primato di Anversa nell’acciaio

PUBBLICITÀ

Alla vigilia dell’incontro tra Donald Trump e Jean-Claude Juncker che hanno annunciato una tregua sui dazi, euronews è stata ad Anversa è uno dei porti più grandi d'Europa. Qui ogni anno transitano milioni di tonnellate di merci, e il primo partner commerciale sono gli Stati Uniti.

I dazi del presidente Trump preoccupava lavoratori e industrie. Ma secondo Wim Dillen, Responsabile dello sviluppo del porto, le conseguenze sono state inaspettate.

Ssecondo Wim Dillen, Responsabile dello sviluppo del porto, questi dazi hanno avuto conseguenze inaspettate: "A dire il vero, abbiamo esportato più acciaio nei primi sei mesi di quest'anno rispetto a quanto avevamo fatto nei primi sei mesi dello scorso anno. Penso che questo dipenda molto dal fatto che le aziende si portano avanti con il lavoro e quindi hanno inviato scorte negli Stati Uniti. Se questo dovesse durare a lungo, però l’impatto sarà comunque negativo.”

Migliaia di tonnellate di acciaio provenienti da tutta Europa sono immagazzinate nel porto di Anversa, in attesa che una nave le porti oltreoceano. Secondo le autorità portuali, la città olandese ha acquisito, nel tempo, una competenza nella gestione di prodotti specifici, uno skill ideale per le industrie americane.

Dennis Verbeeck, manager presso la PSA Breakbulk ci racconta: “Quello che potete vedere qui è il nostro nuovo deposito in cui stiamo immagazzinando le bobine dirette verso Stati Uniti, Canada e mercati messicani. In questo terminal ne gestiamo circa un milione all’anno, anche di più a volte. Materiale diretto verso quelle destinazioni."

Questa nave resta ancorata al porto di Anversa per quattro o cinque giorni, il tempo di caricare oltre 100.000 tonnellate di bobine. Poi salperà verso gli States. Un lavoro duro. Ora i dipendenti pensano al loro futuro, legato alle nuove norme del commercio globale.

"Ogni giorno qui lavorano tra le 150 e le 400 persone, gestiscono direttamente i prodotti in acciaio diretti negli Stati Uniti. Adesso tutti questi tipi di dazi, o ostacoli come li chiamiamo noi, potrebbero influenzare la vita di questi uomini, potrebbe influenzare il lavoro e la vita personale di moltissime famiglie”, prosegue Dennis Verbeeck.

I lavoratori portuali di Anversa non sono gli unici ad essere preoccupati. Secondo un rappresentante del settore siderurgico, dalle esportazioni di acciaio verso gli States dipendono 20.000 posti di lavoro in tutta Europa.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

BMW, la produzione dei veicoli in pericolo negli USA

Tregua sulla commerciale commerciale transatlantica

Malmström vs Trump: continua la "battaglia dei dazi"