BMW, la produzione dei veicoli in pericolo negli USA

BMW, la produzione dei veicoli in pericolo negli USA
Di Simona Zecchi
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La tassazione piu alta paventata da Trump per le case automobilistiche estere che producono in America di fatto penalizza anche la stessa BMW. Quarantamila posti di lavoro potrebbero essere a rischio

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Siamo a Spartanburg nel South Carolina dove si trova il gigante tedesco, ovvero la più grande fabbrica produttrice di auto nel mondo, la BMW. Trecentosettantamila veicoli l'anno che danno lavoro direttamente a nove mila americani. Circa 30 mila, se calcoliamo l'indotto (Fonte IlSole24Ore). Spartamburg è considerata area-baluardo dei sostenitori di Trump.

Nonostante l'esito positivo, in generale, dell'incontro avvenuto fra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, in cui Trump ha promesso di non aumentare i dazi sulle auto europee  (contrariamente a quanto minacciato alla vigilia dell'incontro, sulla tassazione europea delle auto americane) la reazione di chi vive la realtà di Spartanburg è di preoccupazione e di contrarietà.

"Se l'intero sistema non ce la fa, certo dobbiamo pensare non soltanto a questo settore ma a tutti i tipi di lavoro", afferma un lavoratore intervistato fuori dall'azienda.

"Probabilmente cominceranno a tagliare i costruttori. Non costruiranno nulla se non hanno denaro", sottolinea un altro lavoratore.

Abbiamo parlato con Allan Smith, il presidente della Camera di Commercio di questa città nel cuore degli Stati Uniti, che è molto critico sulla strada presa dal Presidente americano.

"La BMW ha rappresentanto davvero la rinascita, non della nostra comunità in sé, ma della nostra stessa regione tutto ciò che vedete qui in questa parte della città proviene da quella rinascita".

"Negoziare accordi commerciali alle spese delle produzioni locali di Spartanburg prosegue Smith -  è di per sé un approccio sbagliato".

Preoccupazioni che hanno ragione d'essere, considerando che il 70% dei veicoli prodotti qui sono destinati al mercato estero. La BMW è di fatto il più grande esportatore degli Stati Uniti.

Abbiamo parlato con il proprietario della Tindall company, David Britt, dunque un'azienda che rappresenta l'indotto di questa enorme realtà produttiva:

"Non penso proprio che il presidente volesse quanto è accaduto, dobbiamo correggere l'indirizzo che si è preso, al più presto".

La tassazione più alta, paventata da Trump per le case automobilistiche estere che producono in America, di fatto penalizza anche la stessa BMW. Quarantamila posti di lavoro potrebbero essere a rischio.

La BMW, oltre alla possibile riduzione di soldi da investire, soffrirebbe anche dei dazi per importare alcuni componenti per l’Europa, cosa che farebbe aumentare ulteriormente il prezzo delle auto, anche quelle prodotte negli Stati Uniti.

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