Bergamo, donano le ferie al collega per assistere il figlio malato

Un bus dell'Atb di Bergamo
Un bus dell'Atb di Bergamo Diritti d'autore Un bus dell'azienda trasporti bergamasca per cui lavora Maurizio. Flickr: Elliott Brown
Diritti d'autore Un bus dell'azienda trasporti bergamasca per cui lavora Maurizio. Flickr: Elliott Brown
Di Lillo Montalto Monella
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La cosa è possibile non solo in Italia ma anche in altri paesi del mondo. Questa la norma che lo permette

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I dipendenti dell'azienda trasporti di Bergamo hanno deciso di donare le proprie ferie ad un collega per permettergli di assistere il proprio figlio disabile e non più autosufficiente.

La storia viene raccontata dall'Eco di Bergamo del 25 luglio ed è quella di Maurizio, di Dalmine, autista dell'Atb, padre di Andrea. Quest'ultimo è stato costretto su una carrozzina senza possibilità di parlare o mangiare in autonomia dopo un intervento alla schiena nel 2017.

Il bambino, racconta Maurizio, 56 anni, a euronews, ha sofferto per una malformazione alla colonna vertebrale fin dall'età di 3 anni e tutti gli anni ha avuto bisogno di interventi correttivi. Nell'ultimo post-operatorio l'imprevisto che ne ha aggravato le condizioni di salute. Spostamenti, visite mediche, pratiche burocratiche, fisioterapia: l'assistenza di cui ha bisogno Andrea è totale.

"Avevo consumato già tutti i permessi e l'aspettativa legata alla legge 104", dice Maurizio al telefono. Andrà andrà in pensione a giugno 2019 ma, scaduto il congedo, sarebbe dovuto tornare al lavoro il mese scorso.

A quel punto è arrivato dai colleghi il gesto di solidarietà che gli permetterà di stare a casa altri 8 mesi, fino a marzo 2019, ovvero alle soglie del pensionamento.

"I miei colleghi mi hanno donato 8 mesi di ferie: grazie a loro riuscirò a seguire Andrea, 14 anni, tra visite, ricoveri e riabilitazione. Ho ricevuto la notizia dal Cral aziendale e dalla dirigenza. Sono passato in azienda a ringraziare di persona ma ho voluto rendere pubblico questo loro gesto per ringraziarli tramite le pagine del giornale ed invogliare altre aziende ad attivarsi in tal senso".

"Dove sono stato per la riabilitazione di mio figlio ci sono impiegati di aziende grosse, vorrei sensibilizzare altri a donare anche solo mezz'ora di permesso ad un collega in difficoltà".

Il Cral aziendale Atb, unitamente alle Rsu, si è detto pronto a effettuare una nuova "raccolta ferie" per il collega in difficoltà qualora questo periodo non dovesse bastare per consentirgli di raggiungere la pensione. L'azienda ha avuto un atteggiamento favorevole e ha messo in atto tutta la parte burocratica per permetterci di farlo", dice a euronews Mauro Gimondi del Cral.

Le "ferie solidali" realtà in Italia... ma non solo

La cessione delle ferie, o meglio delle sole "ferie solidali", è uno strumento introdotto in uno dei decreti del Jobs Act, nel 2015. Nel decreto legislativo si legge: "i lavoratori possono cedere a titolo gratuito i riposi e le ferie da loro maturati ai lavoratori dipendenti dallo stesso datore di lavoro, al fine di consentire a questi ultimi di assistere i figli minori che per le particolari condizioni di salute necessitano di cure costanti, nella misura, alle condizioni e secondo le modalità stabilite dai contratti collettivi stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale applicabili al rapporto di lavoro". La concreta attuazione della norma è subordinata alla contrattazione collettiva delle associazioni sindacali.

Come viene spiegato qui, un lavoratore che ha 26 giornate di ferie annue può cedere solo le ferie eccedenti le 4 settimane di ferie obbligatoriamente da godere (generalmente 20 giorni di ferie per chi ha una settimana corta di 5 giorni lavorativi).

Una "Banca delle Ferie solidali" è nata in seno ad un'azienda sanitaria di Padova, ma anche in comuni come quello di Reggio Calabria e Cagliari. Iniziativa che si allinea a quella di altre aziende, multinazionali e non, nel mondo.

In Francia questa possibilità esiste da quando è entrata in vigore la legge Mathys, nel 2014, chepermette ai dipendenti di donare anonimamente e senza contropartita i propri giorni di congedo ai colleghi che ne hanno bisogno. Lo stesso è possibile in Germania, dove ha fatto notizia il caso di un padre che ha ricevuto 3264 ore di ferie per accudire il figlio malato di leucemia.

Storie simili arrivano anche dagli antipodi, dalla Nuova Zelanda. Negli USA, i dipendenti di Google possono donare ad un altro "Googler in need" preziosi giorni di ferie a bisogno. Un'opzione messa sul piatto da una percentuale compresa tra il 15% e il 30% dei datori di lavoro americani.

Sempre negli States, dove non c'è un obbligo legale per le aziende di mettere a disposizione giorni di maternità per le proprie dipendenti - appena il 35% dei datori di lavoro fornisce congedi di maternità pagati - alcuni lavoratori hanno iniziato a donare le proprie ferie alle colleghe in dolce attesa.

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