Timori per un'ondata migratoria dal paese centramericano
Sono gli studenti i nemici pubblici numero uno in Nicaragua, almeno allo stesso livello della chiesa che non si piega al presidente Daniel Ortega. Tutto comincia il 18 aprile quando un'annunciata riforma delle pensioni provoca proteste represse nel sangue. Da allora i giovani delle università cominciano a scendere in strada per chiedere le dimissioni di Daniel Ortega e della vicepresidente, e per inciso sua moglie, Rosario Murillo.
Le proteste si moltiplicano e provocano centinaia di morti e altrettanti ferimenti e arresti arbitrari. Oltre alla repressione delle forze dell'ordine sono soprattutto i gruppi paramilitari legati alla coppia presidenziale che creano problemi.
Per questo in molti pensano anche a lasciare il paese come questo ragazzo: "Cerchiamo un rifugio o qualcosa del genere per avere più tempo mentre si soluziona il problema del icaragua". Il timore è che anche dal Nicaragua si possa creare una ondata di profughi che vogliono lasciare il paese ormai in preda alla violenza. Sono stati varcati limiti che si pensavano invalicabili come l'attacco frontale alla chiesa cattolica che ormai è stata annoverata dal governo fra gli avversari. A sostenere dall'esterno Ortega solo la Bolivia di Evo Morales e il Venezuela di Nicolas Maduro per vicinanza politica. Con Ortega che ha respinto la richiesta di anticipare le presidenziali.