Gli smartphone: un danno per la memoria sin dall'adolescenza. Ma c'è una soluzione

Gli smartphone: un danno per la memoria sin dall'adolescenza. Ma c'è una soluzione
Di Simona Zecchi
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Uno studio, sviluppato dall'istituto nazionale svizzero per la salute, ha messo sotto "esame" circa 700 adolescenti svizzeri, sottoponendoli ad alcuni tipi diversi di test: uno basato sulla memoria verbale, un altro sulla memoria figurativa e i risultati sono interessanti.

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Certo lo sappiamo tutti: dopo alcune ore di esposizione e abuso di strumenti tecnologici, soprattutto lo smartphone, il cervello è sottoposto a una stimolazione dei centri nervosi che possono farci perdere la percezione dello spazio/tempo, possono procurarci stanchezza e spossatezza o giramenti di testa, isolamento e dispercezione corporea.

Uno studio, sviluppato dall'istituto nazionale svizzero per la salute, ha messo invece sotto "esame" - è il caso di dire - circa 700 adolescenti svizzeri sottoponendoli ad alcuni tipi diversi di test per verificare eventuali danni al cervello: uno basato sulla memoria verbale, un altro sulla memoria figurativa. E i risultati emersi hanno dimostrato che la memoria ne riceve maggior danno dopo l'uso di smartphone sul lato destro dell'udito.

Sono i campi di radio frequenza cui siamo sottoposti quotidianamente, via via che le tecnologie della comunicazione subiscono rapidi cambiamenti ed evoluzioni.

"Sarei ancora un pò prudente però sui risultati raggiunti in questo studio: devono essere confermati da ulteriori altri studi. La buona notizia è che se si vuole diminuire l'esposizione del nostro cervello a queste radiazioni è già buona norma allontanare fino a 10 cm dall'orecchio lo smartphone, visto che la radiazione diminuisce proprorzionalmente alla distanza che mettiamo fra il nostro udito e l'oggetto in questione".

Sono le parole di Martin Röösli uno degli scienziati dell'istituto elvetico titolari della ricerca appena pubblicata che ha poi aggiunto:

"In sostanza, noi sappiamo che le radiazioni che provengono dagli smartphone fanno anche aumentare le temperature, senza considerare il fatto che questo può avere degli effetti sulla nostra memoria. Tuttavia noi sappiamo già da precedenti ricerche effettuate (...) che gli impulsi elettrici che arrivano al cervello provengono dalle radiazioni dei cellulari. A esempio, se i partecipanti a questo studio hanno utilizzato il cellulare prima di andare a dormire, le radiazioni che arrivano sono di un tipo. Abbiamo ipotizzato che probabilmente questo ha a che fare con la memoria; ecco perché ci siamo focalizzati su di essa".

Ma - continua e conclude lo scienziato - la sfida sta proprio nel modo in cui è possibile differenziare fra gli effetti delle radiazioni e altri tipi di effetti: come a esempio se l'adolescente si sveglia durante la notte se riceve dei messaggi ne consegue che dormirà poco e questo non ha nulla a che vedere con le radiazioni per quanto questo influisca sulla sua quotidianità."

La tecnologia è molto utile per tantissimi scopi ma le radiazioni corrono come le evoluzioni che la stessa tecnologia subisce

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