Macron, bufera sul collaboratore violento

Macron, bufera sul collaboratore violento
Di Maria Elena Spagnolo
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Scandalo dopo le rivelazioni del quotidiano Le Monde: l'ex responsabile della sicurezza del presidente è stato ripreso mentre picchiava un manifestante il 1 maggio a Parigi

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Si chiama Alexandre Benalla ed è l’uomo al centro di uno scandalo che ha colpito il presidente francese Emmanuel Macron, una vicenda su cui indaga la procura di Parigi. Benalla era l'ex responsabile della sicurezza negli spostamenti del presidente. Lo scandalo è partito dalle rivelazioni del quotidiano Le Monde, che ha identificato Benalla in un video, girato il 1 maggio a Parigi, in cui l’uomo picchia violentemente un manifestante inerme a terra. 

Nelle immagini girate da un testimone si vede Benalla con indosso un casco della polizia, mentre prende il manifestante per la gola e lo aggredisce. Uno dei motivi di stupore è che Benalla, che non è un poliziotto, non doveva essere lì quel giorno. L’Eliseo ha spiegato che su sua richiesta l'uomo era stato autorizzato a osservare le operazioni per il mantenimento della sicurezza.

L'Eliseo ha aggiunto che nei giorni successivi Benalla è stato sanzionato con una sospensione  temporanea di 15 giorni e poi declassato ad un ruolo amministrativo.

"Questa sanzione voleva colpire un comportamento inaccettabile. Gli è stato anche detto che si trattava dell’ultimo avvertimento prima del licenziamento. Questa sanzione è la più grave mai pronunciata contro un consigliere dell’Eliseo", ha spiegato un portavoce della presidenza francese.

Intanto monta la polemica, con l'opposizione che chiede conto di quel che è successo, anche perchè Benalla è stato ripreso tra i membri del servizio d'ordine dei Bleus venuti a festeggiare la Coppa del mondo agli Champs-Élysées. Eppure, si era detto, era stato assegnato a compiti amministrativi. 

"Saremo determinati a fare in modo che questa inchiesta preliminare possa fare piena luce", ha detto il premier francese Edouard Philippe durante il question time al Senato. "Non posso permettere che qualcuno possa gettare ombre sull'esemplarità delle forze dell'ordine". 

Intanto il ministro dell'Interno, Gérard Collomb, ha annunciato un ricorso all'Ispettorato generale della Police Nationale per chiarire le circostanze di quanto accaduto.

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