Il calcio, sola via d'uscita dalle banlieue francesi

Il calcio, sola via d'uscita dalle banlieue francesi
Diritti d'autore 
Di Anelise Borges
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

La nostra corrispondente Anelise Borges ha visitato la banlieue parigina, una delle aree più povere del Paese, da dove proviene il gioiellino Bleu Kylian Mbappé

PUBBLICITÀ

Hanno preso d'assalto l'intero Paese, incluso l'Eliseo. I nuovi eroi della Francia sono giovani e di successo. Ma i favori del pronostico non erano tutti con loro.

Prendete Kylian Mbappé: 19 anni, figlio di immigrati che, come altri suoi compagni di squadra, è cresciuto in periferia. Più precisamente a Bondy, nella grande banlieue parigina di Saint-Denis, dove il tasso di disoccupazione è il doppio rispetto alla media nazionale. Qui, come in altre aree povere del Paese, il calcio è spesso percepito come l'unica via d'uscita.

Ma per Athmane Airouche, che conosce Mbappé sin da piccolo, la storia della nazionale francese dimostra che la banlieue non dev'essere considerata come un luogo di desolazione: "Le banlieue possono creare molte cose e siamo fortunati ad avere questa diversità sociale", spiega il presidente dell'AS Bondy. "Per noi, questo è enorme, significa molto. Prova che lavorando duramente, si possono realizzare i propri sogni".

Duro lavoro e opportunità. Una combinazione che non si vede molto spesso in questi angoli della Francia. Dove gran parte delle comunità sono immigrati, che hanno adottato il Paese come loro casa. "Penso che la Francia sia l'unico Paese al mondo ad avere successo nell'integrazione delle persone provenienti da altri orizzonti, altre culture, tradizioni, lingue... ognuno alla fine trova una casa qui", dichiara un giovane.

Alcuni dei giocatori hanno trovato la loro casa in Francia. Due terzi dei Bleus sono immigrati di prima o seconda generazione. Una statistica che ha suscitato un dibattito complesso sull'identità nazionale in tutto il Paese e anche oltre confine.

"La Francia ha vinto i Mondiali. Ed è una squadra francese unificata, diversificata", dichiara Laura Flessel, Ministro dello sport francese. "Sono felici di indossare questa maglia, di cantare la Mar sigliese, di diffondere valori positivi ai giovani e ricordarli ai più anziani. Penso che sia ciò che fa brillare la Francia, questo è ciò che fa vincere la Francia".

Vincere in Francia può essere difficile. Ma se c'è una cosa che i 23 calciatori hanno portato a casa è la sensazione che tutto sia possibile, anche per coloro che non hanno ricevuto i migliori cross.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Europee, i conservatori francesi fanno campagna elettorale sull'immigrazione al confine italiano

Francia e Regno Unito festeggiano 120 anni di cooperazione: simbolici cambi della guardia congiunti

La polizia sgombera decine di migranti senzatetto da Parigi, ong: "Pulizia sociale per le Olimpiadi"