Il libro bianco della Brexit va al vaglio di Bruxelles

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La premier Theresa May è costretta a negoziare a 360 gradi, con Bruxelles e col suo partito dopo le dimissioni eccellenti degli irriducibili fautori di un divorzio secco con l'Europa

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Neanche Shakespeare avrebbe immaginato una tragicommedia così complessa per Brexit. Essere o non essere Europa per i finanzieri della city significa continuare a far prosperare gli affari. Il loro obiettivo è solo quello ma forse nell'intimo non avrebbero mai immaginato questo dramma psicosociale ed economico che rischia da mesi di mandare in tilt i meccanismi della politica nazionale.

I cardini del Libro Bianco

Fra i punti chiave del Libro Bianco per la Brexit, messo sul tavolo dal governo di Theresa May, l'idea di una relazione commerciale fra Regno Unito e Unione che assicuri un mutuo accesso, continuo e privo di attriti alla frontiera per le merci britanniche ed europee. Una sostanziale zona di libero scambio.

Gli accordi ravvicinati sui prodotti dovrebbero affiancarsi a quelli nuovi per i servizi e il digitale garantendo ampia libertà di manovra al Regno Unito. La prospettiva è un partenariato economico che includa la partecipazione del Regno Unito alle agenzie dell'UE che forniscono autorizzazioni per merci in settori regolamentati.

Per il segretatio di Stato per la Brexit Dominic Raab, il Libro Bianco conferma l'uscita del Regno Unito dall'Unione nel marzo 2019 e la creazione di una nuova strada fuori dell'unione doganale  in tutela dell'integrità costituzionale ed economica della Gran Bretagna.

I negoziati di May

Theresa May si è liberata dei ministri più fanatici ma continua a condurre due negoziati in parallelo: uno con la Ue l'altro col suo partito.

Theresa May, Presidente del Consiglio britannico: "Abbiamo raggiunto un accordo sulla proposta che presentiamo all'Unione europea, e che garantisce la Brexit. Si è votato per riprendere il controllo dei nostri soldi, della nostra legge e dei nostri confini, ed è quello che faremo.

Guerra aperta in casa Tory

Intanto resta aperta la guerra in casa Tory: Jacob Rees-Mogg, rampante capofila dei deputati dell'ala euroscettica ultrà, contro il Libro Bianco ha evocato "Il più grande atto di vassallaggio" da parte della Gran Bretagna "da quando il principe Giovanni si prostrò nell'omaggio a Filippo II a Le Goluet, nel 1200".

Una piattaforma che non piace sul fronte opposto neppure alle colombe 'remainer' più convinte come Eloise Todd, coordinatrice della campagna 'Best for Britain' per un secondo referendum secondo il quale il testo del governo è "un maldestro tentativo" di strappare un accordo su misura ed è pieno di "incongruenze".

Qualche apertura di credito arriva invece dal mondo del business, con i giudizi favorevoli di Stephen Phipson, numero uno dell'organizzazione degli industriali manifatturieri, e di Stephen Martin, direttore generale dell'Institute of Directors, secondo il quale il Libro Bianco lascia intravvedere "un po' di carne attorno all'osso" dell'obiettivo 'soft Brexit'.

La pazienza di Bruxelles

Il negoziatore di Bruxelles Michel Barnier assicura sui social ampia cooperazione fra Londra ed Europa. Si avanza nel negoziato col Regno Unito. Il problema è che la linea dell’ambiguità ha permesso a Theresa May di tirare avanti fino ad ora, ma ormai il tempo stringe, i nodi vengono al pettine e bisogna scoprire le carte, come del resto ha cominciato a fare. Il rischio è che i brexitiani non le crederanno. Ma potrebbe bastare per tenere buona l’opinione pubblica più euroscettica. Tra un bluff e l’altro, la grande partita della Brexit va avanti. Difficile prevedere chi la vincerà.

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