USA-Cina: scattano i dazi

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Di Debora Gandini
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USA-Cina: scattano i dazi

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Una giornata cruciale oggi per il commercio internazionale. Scattano infatti, come annunciato, i rincari incrociati alle dogane, americane e cinesi, per 34 miliardi di dollari, arrivando a un punto di non ritorno per quella che si preannuncia una guerra di dazi.

Il presidente americano Donald Trump ha già annunciato che non tollererà rappresaglie ai provvedimenti americani, e che avrebbe già pronto un ulteriore piano da 450 miliardi di dollari contro l’import cinese. Un provvedimento al quale questa volta Pechino non avrebbe la forza di reagire solo con il blocco delle merci americane, che al massimo arrivano a 130 miliardi di dollari. Nel mirino di Washington una vasta gamma di prodotti "made in China", in particolare del settore hi-tech, come computer, smartphone, tablet, ma anche componenti per auto e tecnologie mediche.

Pronta la contromisura di Pechino, che ha fatto sapere di aver avviato tariffe di rappresaglia nei confronti degli Stati Uniti della stessa portata di quelle di Washington. La Cina aveva già cominciato a mettere informalmente al bando prodotti americani - ben 14 miliardi di import l’anno scorso - e a rifornirsi di soia dal Brasile, dal quale in maggio ha aumentato gli acquisti del 30 per cento.

A farne le spese le case automobiliste con produzione negli Stati Uniti, i cui veicoli ora in Cina costeranno di più. Anche multinazionali non americane, ma con importanti impianti statunitensi saranno raggiunti da dazi del 40%. Nel mezzo di questa guerra commerciale, colossi automobilistici di altri paesi potrebbero subire danni collaterali, ad esempio i tedeschi Daimler e BMW.

Secondo Erlend Ek, analista e responsabile di China Policy se dovesse davvero scoppiare una battaglia globale, anche l’Unione Europea sarebbe coinvolta con parecchi colpi di scena. I cinesi l’hanno giurata; potrebbe far crollare il commercio del 70%". Una minaccia da non sottovalutare.

Secondo l’Organizzazione mondiale del commercio le crescenti tensioni commerciali potrebbero incidere e non poco su una già lenta ripresa economica.

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