Italia, sì al decreto dignità ma traballa la flat tax: rischio Pil a ribasso

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Di Antonio Michele Storto
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Mentre Di Maio festeggia l'approvazione del "decreto dignità" al ministro per l'economia Tria è toccato frenare gli entusiasmi gialloverdi

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Il ministro del Lavoro Luigi di Maio l'ha definita la "Waterloo del precariato". Con il decreto dignità, approvato ieri dall'esecutivo gialloverde, il governo intende combattere, oltre al lavoro precario, anche la cosiddetta economia "predatoria", quella che spinge decine di aziende e multinazionali a licenziare i dipendenti e delocalizzare le attività dopo aver fruito di aiuti statali. 

Ma se i contratti a tempo determinato sono in effetti disincentivati, in molti fanno notare come praticamente nulla sia stato fatto per rendere piû convenienti quelli permanenti. Di Maio, però, non nasconde la sua soddisfazione: "Basta delocalizzazione - dice - le aziende che se ne vanno dovranno restituirci i soldi che hanno preso dallo Stato, e soprattutto basta con lo sfruttamento dei ragazzi, dei giovani e dei meno giovani con i contratti a tempo ddterminato di cui si è abusato. Abbiamo licenziato il job's act". 

Massimo disaccordo, ovviamente, arriva dai banchi dell'opposizione. Secondo l'ex premier Paolo Gentiloni, il decreto avrà l'unico effetto "di diminuire l'occupazione ovunque e gli investimenti al Sud (e le reindustrializzazioni)". Ma è la stessa Giorgia Meloni, formalmente alleata con l'altro vicepremier - il ministro degli Interni Matteo Salvini - a dichiarare come  "la parte sul precariato sembra scritta dal Partito Comunista degli anni '80". "La ricetta Di Maio - continua Meloni - è irrigidire il mercato del lavoro e punire gli imprenditori cattivi per combattere il precariato".

Sia come sia, al netto dell'entusiasmo del ministro del Lavoro, resta un altro nodo da sciogliere, come il titolare dell'Economia Giovanni Tria ha dovuto spiegare nel corso della sua audizione di fronte alla commissione Bilancio di Camera e Senato. Per il 2018, avverte Tria, il Pil rischia una moderata revisione al ribasso. E dunque - pur assicurando che "nessuna manovra correttiva" andrà a gravare sulle tasche degli Italiani - al Ministro è toccato frenare gli entusiasmi gialloverdi. La Flat Tax andrà studiata "in un quadro coerente di spesa, pena il rallentamento della crescita". Vale a dire che - per il momento, e nel migliore dei casi - ci si dovrà accontentare di un qualche alleggerimento per i redditi più bassi.

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