Nicaragua: stop ai negoziati di pace

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Di Loredana Pianta
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La Chiesa, mediatrice al tavolo dei negoziati tra Governo e opposizione, ferma tutto. Ortega non sta facendo fede all'impegno di invitare le organizzazioni internazionali per far luce sulle violenze

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Si continua a costruire barricate nelle strade del Nicaragua, per chiedere le dimissioni del presidente Daniel Ortega, il cui pugno di ferro nella repressione delle proteste sta facendo decine di morti nel Paese.

In queste ore è arrivato lo stop ai negoziati di pace tra Governo e opposizione, da parte della Conferenza episcopale, incaricata della mediazione, che ha chiesto ad Ortega di invitare le organizzazioni internazionali per i diritti dell'uomo in Nicaragua, per indagare sulle violenze, come ha promesso la scorsa settimana.

"Le proteste degli ultimi due mesi hanno fatto almeno 178 vittime, quasi tutte per mano delle forze di polizia e di gruppi armati filogovernativi, incluso il presunto ricorso a cecchini", ha dichiarato l'alto commissario ONU per i diritti umani Zeid Ra'ad al Hussein, che ha sottolineato come la "gravità degli sviluppi meriterebbe una commissione d'inchiesta internazionale", e ha ricordato l'ultimo terribile incendio a Managua, dove sei persone, tra cui due bambini, sono morte bruciate vive nella loro casa, attaccata da bande di paramilitari.

Il Nicaragua è il Paese più povero dell'America centrale. Le proteste sono iniziate a metà aprile, contro la riforma previdenziale voluta dal regime. I negoziati puntavano ad ottenere elezioni anticipate a marzo 2019.

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