L'Opera di Zurigo sfida la maledizione della "Forza del destino"

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Di Katharina Rabillon
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Andreas Homoki presenta il capolavoro di Verdi in in una scenografia astratta ma sofisticata, che permette di concentrarsi sui conflitti dei personaggi.

È al tempo stesso uno dei più acclamati capolavori di Giuseppe Verdi e un'opera considerata maledetta, "portasfortuna", fin dal suo debutto a San Pietroburgo, nel 1862. E non poteva essere altrimenti, per La forza del destino, un melodramma dove le maledizioni e le sfortune s'intrecciano guidate, per l'appunto, dalla forza inesorabile del destino.

La sfida di sconfiggere la maledizione è stata raccolta dal Teatro dell'Opera di Zurigo, in una produzione di Andreas Homoki diretta da Fabio Luisi. Il Maestro spiega quale sia la difficoltà di quest'opera: "È un'opera che va trattata con rispetto, perché è un lavoro importante, pesante e difficile. Ha queste 'tinte' da tragedia, ma contiene anche parti grottesche, e armonizzare tutto questo è forse la prova più difficile".

Un conflitto familiare con un finale tragico, e sullo sfondo la guerra. L'inevitabilità del destino prende il suo corso quando l'amante di Leonora uccide accidentalmente il padre di lei. Per Andreas Homoki "A dialogare con Verdi si finisce sempre col rendersi conto che è più interessato ai processi interiori dei personaggi che alla superficie della trama, ed è così anche in questo caso. È una visione del mondo che dice che in realtà siamo soli. Abbiamo creato uno spazio che assomiglia a una sorta di labirinto, o una scatola in cui giochiamo con i personaggi".

La scenografia, astratta ma sofisticata, permette di concentrarsi sui conflitti - interiori e non - dei personaggi, dice Homoki: "C'è un cubo in mezzo, si può aggirare, ci si può allontanare sui lati, ma attira sempre i personaggi verso di sé. È un palcoscenico caleidoscopico, che ha qualcosa di magico".

E uno dei momenti più magici è l'aria di Leonora "Pace, pace, mio Dio!", una preghiera interpretata magistralmente da Hibla Gerzmava.

"È un'aria potente... è l'anima che si apre completamente - commenta il soprano russo -, siamo di fronte a una donna forte che rimane ad aspettare per anni. È in questo senso che la forza di Leonora si rivela in quest'aria 'Pace, pace'".

E il finale, con Leonora che spira fra le braccia di Don Alvaro dopo essere stata raggiunta dal padre guardiano, secondo Luisi "è molto forte. È intimo, ed è questo che lo rende così forte. È un terzetto che esprime pace e speranza".

L'interpretazione di Gerzmava è che "Leonora è felice perché finalmente lascia il mondo dietro di sé. Penso che vada in paradiso, perché ora è davvero libera".

Le prossime rappresentazioni della Forza del destino all'Opera di Zurigo andranno in scena il 17, il 20 e il 28 giugno.

Risorse addizionali per questo articolo • Versione italiana: Selene Verri

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