Intervista al professore dell'IEP di Lione, che analizza il comportamento di Trump all'ultimo G7
Il G7, conclusosi in modo burrascoso la scorsa domenica in Canada, ha portato a una svolta nelle relazioni transatlantiche. La fiducia tra il Presidente statunitense, Donald Trump, e i suoi alleati tradizionali non è mai stata così poca. Secondo il politologo Vincent Michelot, a pagarne il prezzo più alto però è proprio Washington: "Il potere americano oggi è diminuito. Mentre prima erano i fautori di quest'ordine mondiale e allo stesso tempo imprescindibili, a causa del loro potere economico, oggi gli Stati Uniti non possono imporsi in quest'ordine mondiale, se non per il loro potere economico".
Da Singapore, il Capo di Stato americano ha lanciato messaggi via Twitter, accusando il Canada e i Paesi europei di minare gli interessi commerciali americani.
"Donald Trump non solo è andato controvoglia al G7, ma in più con delle esigenze, come il reintegro della Russia, sotto forma di provocazione", spiega Michelot. "E la provocazione finora era la specialità dei piccoli regimi dittatoriali. Ma adesso che la provocazione diventa diplomazia americana, restiamo un po' sbalorditi".