A scatenare l'ira del governo, una rappresentazione della battaglia di Gasllipoli insenata da bambini in una moschea di Vienna.
Quaranta imam espulsi e sette moschee chiuse. Così ha deciso il governo austriaco guidato dal giovane cancelliere Sebastian Kurz, annunciando come la misura sia soltanto l'inizio di una stretta contro il cosiddetto "islam politico" e contro le organizzazioni musulmane finanziate dall'estero.
Insieme ai predicatori verranno espulse anche le famiglie, per un totale di 150 persone circa. A scatenare l'ira del governo è stata una rappresentazione della battaglia di Gallipoli inscenara all'interno di una moschea di Vienna da bambini vestiti da soldati.
"Società parallele, l'islam e appartenenze politiche tendenti alla radicalizzazione non hanno posto nel nostro Paese. E il governo federale ha come obiettivo quello di intraprendere un'azione decisiva contro questi fenomeni indesiderati che si stanno sviluppando", ha dichiarato durante una conferenza stampa il cancelliere Kurz.
L'accusa è rivolta verso i capi religiosi dell'associazione Atib, associazione culturale turco islamica, accusati di finanziamenti illeciti dall'estero e di violazione della legge austriaca sull'Islam. Il numero degli imam da espellere potrebbe salire a 60.
Per questo, la prima condanna è arrivata proprio dalla Turchia : un portavoce del presidente Erdogan ha definito l'iniziativa come "islamofoba e razzista"