Mediterrano: "la rotta della morte" per i migranti

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Viaggio della nostra inviata Annelise Borges con MSF a bordo di una nave della OGN

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Il naufragio del barcone avvenuto domenica, al largo delle isole tunisine di Kerkennah, è stata definita una delle peggiori catastrofi dei migranti degli ultimi tempi. Secondo le Nazioni Unite le vittime potrebbero essere oltre 100. La corrispondente di Euronews Anelise Borges salirà a bordo di una nave, che sta conducendo le operazioni di ricerca e soccorso dei dispersi.

"Quest'anno più di 600 persone sono morte mentre tentavano di attraversare il Mare Mediterreaneo, ci racconta la nostra inviata. Chi riesce ad arrivare, viene portato qui nella città portuale italiana di Catania, dove diverse ONG sono spesso impegnate in operazioni di salvataggio. Anche noi saliremo a bordo di una di queste navi con Medici Senza Frontiere, per capire il lavoro svolto dai volontari in mare, ma anche per sperimentare, com'è attraversare la rotta migratoria più pericolasa del mondo.”

Ormai quello delle migrazioni forzate e non legate solo a motivi economici è un fenomeno sempre più globale e che riguarda un numero sempre maggiore si persone. Le partenze nel 2017 sono scese, ma le morti continuano ad essere troppe: oltre 15 mila dal 2014. Il numero maggiore di morti è stato toccato nel 2016: 5.143 secondo l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim). E il dato è stato ritoccato più volte al rialzo, visto che spesso le notizie dei decessi arrivano a giorni di distanza dall’effettivo naufragio.

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