Giordania ancora in piazza. Il re: ridiscutere le riforme

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Di Maria Elena Spagnolo
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Nuove manifestazioni contro l'austerity, nonostante la nomina di un nuovo primo ministro per sostituire il dimissionario Hani Mulki. Re Abdullah di Giordania chiede al nuovo esecutivo di aprire il dialogo

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La Giordania scende ancora in piazza contro l'austerity, nonostante la nomina di un nuovo primo ministro per sostituire il dimissionario Hani Mulki. Da ormai una settimana migliaia di persone protestano contro l'inasprimento di alcune tasse previsto da una proposta di legge presentata in Parlamento. 

La misura fa parte delle riforme richieste dal Fondo Monetario internazionale, in cambio di un programma di finanziamento di tre anni. Secondo i manifestanti il costo della vita sta aumentando troppo in Giordania.

"Voglio un futuro migliore. Voglio decisioni diverse. Voglio un governo che si preoccupa della gente e non solo dei soldi e degli affari. Voglio un ambiente inclusivo per tutti", spiega una giovane. 

Per sostituire il premier Mulki, che si è dimesso sull'onda delle manifestazioni, Re Abdullah di Giordania ha nominato l'uscente ministro dell'Educazione, Omar al-Razzaz, già economista per la Banca Mondiale. A lui il re ha chiesto di formare un nuovo esecutivo e di coinvolgere subito i rappresentanti delle categorie in colloqui per ridiscutere la riforma fiscale. 

Un tentativo di placare le manifestazioni, in un Paese già colpito dalla crisi della regione. In Giordania il tasso di disoccupazione è al 18.4 per cento, secondo le statistiche del governo.

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