In bicicletta fino a Strasburgo contro femminicidio e bullismo

In bicicletta fino a Strasburgo contro femminicidio e bullismo
Di Euronews
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L'impresa di Vittorio Barbanotti, 66enne milanese. Da Serravalle Scrivia a Strasburgo in bici per chiedere all'europarlamento che nelle scuole si insegni il rispetto.

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Durante il tragitto ha incontrato pioggia, salite e guidatori maleducati; ha sbagliato strada, è caduto e si è rialzato. Non ha mai mollato, è sempre risalito in sella alla sua bici con un obiettivo: arrivare a Strasburgo e incontrare gli europarlamentari italiani per chiedere che nelle scuole del vecchio continente si insegni il rispetto della diversità con l’obiettivo di contrastare bullismo e violenza di genere.

L’impresa in solitaria, con l’aiuto di alcuni sponsor, è di Vittorio Barbanotti, milanese, 66 anni, ex manutentore di impianti termici in pensione. In sella alla sua bici Bianchi in titanio regalatagli da tre ragazzi del Burkina Faso, con in spalla uno zaino di 11 chili, è partito verso la metà di maggio da Serravalle Scrivia. Prima tappa Genova, poi via diretto verso Sanremo e oltre il confine, in Francia: Mentone, Nizza, Aix en Provence, Avignone e così via, per poi puntare a Ginevra in Svizzera e alla fine a Strasburgo, dove conta di arrivare verso la metà giugno.

La corsa si chiama “Pedalata Longa per i diritti umani” e non è la prima volta che Barbanotti ci prova. Era partito lo scorso settembre e si era fermato per una caduta con frattura ad entrambe le mani proprio a Serravalle Scrivia, da dove quest’anno è ripartito.

Cinquanta chilometri al giorno, tre giorni pedalando e uno di riposo, il percorso tra salite e maltempo, è duro: _“A Savona ero più bagnato della pioggia - dice Barbanotti - A Cavaillon, in Francia, sono caduto picchiando la testa, stretto da un automobilista distratto che parlava al telefono...”. _

Ma la tenacia è tanta e ha radici lontane: “Fin da bambino ho visto atteggiamenti che non mi piacevano – dice Barbanotti – quindi, dopo anni d’impegno sul fronte dei diritti umani con la mia associazione (Comitato per i diritti umani n.d.r.), ho voluto fare qualcosa di concreto per dare un di più ai giovani, perché fin dalla scuola imparino attraverso lo studio il rispetto degli altri”.

La scelta di lottare in particolare contro femminicidio/violenza di genere e bullismo viene dalla cronaca e dall’esperienza personale. Il desiderio di arrivare e vincere una battaglia personale, anche alla faccia di una cardiopatia, sono forti, e poi c’è un precedente: la pedalata longa del 2015, quando Barbanotti andò da Milano a Roma attraverso gli Appennini sempre per i diritti umani, sempre in bici, sempre in solitaria. 

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