Mondiali di Russia 2018, la guida a tutte le squadre
Diritti d'autore Lavagna tattica nel centro di allenamento brasiliano - REUTERS/Ricardo Moraes
Diritti d'autore Lavagna tattica nel centro di allenamento brasiliano - REUTERS/Ricardo Moraes
Diritti d'autore Lavagna tattica nel centro di allenamento brasiliano - REUTERS/Ricardo Moraes

Mondiali di Russia 2018, la guida a tutte le squadre

Di Euronews
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Stato di forma e curiosità di ogni nazionale presente alla Coppa del Mondo

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Gruppo A

Russia - Chiamatela scaramanzia. I padroni di casa hanno svolto la preparazione nella stessa località austriaca delle Alpi dello Stubai (in cui si è allenata la Spagna prima dell'Europeo del 2008, vinto dalle Furie Rosse). Peccato però che anche la Francia vi abbia soggiornato prima della kermesse continentale ospitata nel 2016 e persa in finale contro il Portogallo...

Curiosità: chi affronterà la Russia dovrà vedersela, in campo, contro due gemelli praticamente identici. Il duo "terribile" stile gemelli Derrick è composto da Aleksei e Anton Miranchuk, che fanno coppia fissa in nazionale dall'autunno 2017. Famiglia di origini cosacche, hanno mosso i primi passi calcistici a Slavyansk-on-Kuban, vicino alla penisola di Crimea, prima di trasferirsi allo Spartak Mosca che li ha lanciati. Ora uno gioca in Estonia, l'altro nei rivali del Lokomotiv Mosca.

Egitto - La forza dominante del calcio africano negli ultimi 10 anni vive giorni di tensione in attesa di sapere se la star Mohamed Salah riuscirà a riprendersi dall'infortunio patito in finale di Champions League. I Faraoni hanno partecipato finora solamente a due edizioni della Coppa del Mondo, nel 1934 e nel 1990, con un periodo di buio quasi assoluto dal 1938 al 1970 dove si sono visti solamente in un torneo internazionale. L'8 ottobre 2017 durante il match di qualificazione contro il Congo, gli egiziani hanno avuto la meglio solamente nei minuti di recupero grazie ad un rigore trasformato proprio da Salah (doppietta per lui in quella gara). Quella trasformazione lo ha elevato ancor più nell'olimpo calcistico del Paese, tanto che in molti hanno scritto il suo nome sulle schede elettorali durante le elezioni del marzo scorso. Il livello di venerazione è tale che un avvocato egiziano si è detto pronto a fare causa per un miliardo di euro nei confronti di Sergio Ramos, lamentandosi ufficialmente con la FIFA per il fallo che ha costretto Salah a dare forfait a Kiev e un'intera nazione a restare per intere settimane con il fiato sospeso.

La Russia si allena in Austria -REUTERS/Leonhard Foeger

Arabia Saudita - I Falchi Verdi, fresco sparring partner per l'Italia di Mancini (o dovremmo dire l'opposto, forse, dato che quelli che restano a casa siamo noi), sono la squadra meno quotata al Mondiale di Russia 2018. Se scommettete su di loro e alla fine alzano la Coppa, per dire, rischiate di vincere mille volte la posta. Hanno cambiato tre allenatori in tre mesi: l'olandese Bert Van Marwijk, al timone dal 2015 al 2017 e a cui si deve la prima qualificazione ad un Mondiale da Germania 2006, si è dimesso per disaccordi con la Federazione saudita. E' stato rimpiazzato dall'argentino Edgardo Bauza che a sua volta ha lasciato il testimone, dopo un paio di mesi, al connazionale Juan Antonio Pizzi, ex attaccante e manager del Cile. La maggior parte dei giocatori milita naturalmente in campionati esteri: per intenderci, la Federazione saudita ha mandato 9 calciatori in prestito per metà stagione a club spagnoli così da farli arrivare pronti all'appuntamento mondiale.

Uruguay - I favoriti del gruppo A - se solo la Russia non fosse la nazionale ospitante. La Celeste, che nel palmares vanta due Coppe del Mondo (la prima, nel 1930, e quella dell'edizione 1950), è riuscita a staccare il biglietto per la Russia spuntandola in un durissimo girone di qualificazione. Per la terza volta consecutiva saranno guidati in panchina dal Maestro, Oscar Tabarez, 71 anni. Davanti la coppia Cavani-Suarez, la stessa del Mondiale di quattro anni fa in Brasile, stavolta si imbatterà in Giorgio Chiellini e la difesa azzurra. L'Uruguay è sempre riuscita a qualificarsi per la fase ad eliminazione diretta sotto l'egida di Tabarez e potrebbe dover sfidare la Spagna o il Portogallo agli ottavi.

La conferenza stampa di presentazione della lista spagnola per Russia 2018 - REUTERS/Susana Vera

Gruppo B

Portogallo - I campioni d'Europa 2016 sembrano essere sempre più CR7-dipendenti: il capitano del Portogallo ha contribuito a 18 gol durante le qualificazioni a Russia 2018 (15 gol e 3 assist), più di qualsiasi altro giocatore di movimento di qualsiasi altra squadra. In attesa che si schiariscano le nubi sul futuro del Pallone d'Oro, reduce dalla vittoriosa finale di Champions League, il manager Fernando Santos ha scelto di affidarsi a molti volti nuovi, lasciando a casa molti vincitori di Euro 2016 come Nani, Andre Gomes, Renato Sanchez e Eder. Il miglior piazzamento di sempre in una Coppa del Mondo è il terzo posto conquistato a Inghilterra 1966, al debutto peraltro. Quest'anno sono quarti nel FIFA ranking, addirittura sopra l'Argentina, e la cosa sembra promettente.

Spagna - Russia 2018 potrebbe essere il canto del cigno della generazione d'oro di talenti che ha dominato il calcio mondiale dal 2008 al 2012. Già nel 2014 la Spagna si è arresa nella fase a gironi e ha salutato Euro 2016 agli ottavi. Molti veterani tra cui Iniesta, Piqué e Sergio Ramos non avranno altre chances in una Coppa del Mondo. In attesa di vederlo in campo, Sergio Ramos si è improvvisato cantante in un flamenco di incoraggiamento ai compagni della Roja.

Attenzione però a non dare per finito il ciclo spagnolo. Coloro che hanno criticato la nomina e le scelte dell'allenatore, Lopetegui, si sono però dovuti ricredere nel vedere la sua squadra dominare il girone di qualificazione grazie ad una striscia di risultati utili consecutivi di 18 gare. Hanno fatto discutere le sue scelte di lasciare fuori giocatori del calibro di Morata, Fabregas, Callejon e Mata, ma risultati come il 6-1 rifilato all'Argentina in amichevole costringe gli avversari a stare molto, molto guardinghi.

Marocco - La prima vittoria del Marocco potrebbe arrivare fuori dal terreno di gioco. Prima del calcio di inizio dei Mondiali, infatti, arriverà il pronunciamento della FIFA sull'assegnazione della Coppa del Mondo 2026 e Rabat è tra i candidati contro USA, Canada e Messico. I Leoni dell'Atlante tornano sul massimo palcoscenico calcistico del pianeta 20 anni dopo l'eliminazione nella fase a gironi di Francia '98. Lo hanno fatto senza subire gol negli ultimi 6 match di qualificazione, assicurata dopo la vittoria-spareggio contro la Costa d'Avorio. Dell'11 iniziale in campo, c'era solo un giocatore nato in Marocco. La loro prima apparizione ai Mondiali risale a Messico '70 ma il momento più glorioso della storia calcistica del Paese è stato la vittoria 3-1 contro il Portogallo nel 1986 quando gli africani si qualificarono per la fase successiva (ma poi vennero mandati a casa dalla Germania Ovest). In quell'anno, la maggior parte dei giocatori che parteciperanno a Russia 2018 non era ancora nato. Il 20 giugno si ritroveranno di nuovo di fronte il Portogallo per una storica rivincita.

Iran - Si tratta della prima squadra asiatica a qualificarsi a Russia 2018, imbattuta negli ultimi 18 incontri ufficiali su due turni con la linea difensiva più solida di tutta l'Asia, trafitta una sola volta dalla Siria ma solo a qualificazione ottenuta. Si tratta della seconda partecipazione consecutiva ad un mondiale. Se stavolta sono finiti nel gruppo con Spagna e Portogallo, in Brasile furono costretti ad affrontare l'Argentina, ben figurando peraltro: i sudamericani ebbero la meglio solamente grazie ad un gol di Messi allo scadere. Puntano a qualificarsi agli ottavi per la prima volta nella loro storia: l'allenatore, Carlos Queiroz, ha promesso che l'Iran non "andrà in Russia a fare da turista". Ironia della sorte, il coach portoghese si troverà ad affrontare proprio la nazionale lusitana nella fase a gironi.

Il cielo sopra la cattedrale di Sant'Isacco e lo stadio di San Pietroburgo - REUTERS/Anton Vaganov

Gruppo C

Francia - I francesi si recheranno in Russia come una delle sqadre favorite del torneo, nonostante partano privi di alcuni giocatori chiave per infortunio o scelta tecnica. Deschamps, che ha capitanato la Francia verso la gloria durante la Coppa del Mondo del 1998, ha consigliato ai suoi di adottare un approccio coraggioso, sfrontato. "Nessun controllo, nessun calcolo. Dobbiamo fare del nostro meglio individualmente, ma anche come squadra. Mi ripeto: ci proviamo!". La formazione in grado di vincere al Mondiale '98 aveva come suo punto di forza la solidità della difesa. Vent'anni più tardi punta invece tutto sull'attacco grazie alla grande varietà di estro e creatività in rosa. Tale è la potenza di fuoco dei Bleus che Deschamps si è permesso anche il lusso di mantenere la parola data e non convocare l'attaccante del Real Madrid, Karim Benzema, coinvolto nello scandalo sex-tape nel 2015. Dovrebbero riuscire a passare il turno senza problemi e trovare nella fase ad eliminazione diretta o la Spagna o il Portogallo, per un potenziale quarto di finale infuocato.

Australia - I Socceroos hanno avuto bisogno di uno spareggio con la formazione centroamericana dell'Honduras per qualificarsi a Russia 2018 dopo aver faticato contro squadre asiatiche certamente meno blasonate. Non sono mai andati oltre gli ottavi di finale (ricordate l'edizione 2006 e quel rigore di Totti?). All'epoca però la squadra era infarcita di giocatori che militavano nei migliori campionati europei mentre, oggigiorno, le qualità sembrano poca cosa rispetto a quelle della cosiddetta Golden Generation: la maggior parte della squadra calca solamente i campi di leghe di seconda categoria. La difficoltà dell'Australia di proporre nuovi talenti si riflette nella scelta di convocare nella lista dei pre-selezionati il 38enne Tim Cahill, ancora oggi la minaccia offensiva più solida dell'intera compagine.

Foto ufficiale per la squadra francese nel ritiro di Clairefontaine, 30 maggio 2018 - REUTERS/Gonzalo Fuentes

*Per***ù** - Il Perù non si vedeva alla fase finale di un Mondiale dal 1982. Si è qualificato rispedendo a casa la Nuova Zelanda in uno spareggio bollente, davanti a 40mila persone. La notte prima del match, alle 3 del mattino, sono stati esplosi fuochi d'artificio nel cielo antistante l'hotel della nazionale neozelandese. Dopo il match, proprio come a Panama, è stato proclamato un giorno di festa nazionale. Prima di imbarcarsi verso la Russia, la Federazione Peruviana di calcio ha inviato un video ai prossimi avversari francesi "per ricordare loro chi siamo" e che, "anche se i campi da calcio in Peru possono essere inclinati, l'unica via che conosce la nazionale di Ricardo Gareca "è verso l'alto".

Danimarca - Due sono le ragioni per non sottovalutare completamente la Danimarca. La prima è: ricordate il 1992? I danesi vinsero l'Europeo dopo aver scoperto che avrebbero partecipato solamente la settimana prima per via dell'esclusione della Jugoslavia. Un trionfo, quello, che rimane ancor oggi uno dei più incredibili della storia del calcio. La seconda ragione è Christian Eriksen, il maestro del centrocampo locale. Il giocatore del Tottenham sembra in grande forma e se dovesse girare a mille, tutto sembra possibile per la nazionale nordica: ha segnato 11 gol nella fase di qualificazione, terzo cannoniere del'eurozona dietro Cristiano Ronaldo e Robert Lewandowski. Si tratta della quinta partecipazione della Danimarca ad una Coppa del Mondo ma è quasi sempre uscita nella fase a gironi. Solo una volta la sua avvventura è arrivata fino ai quarti di finale, a Francia '98 (3-2 vs Brasile). In porta ci sarà Kaspar Schmeichel, figlio del leggendario portiere della nazionale e del Manchester United Peter. Anche lui si è guadagnato un posto nell'olimpo del calcio con il suo Leicester, vincitore della Premier League sotto Ranieri nel 2016.

Gruppo D

Argentina - A prescindere dal rapporto amore/odio del Paese sudamericano nei confronti di Messi, c'è da dire che senza il cinque volte Pallone d'Oro l'Argentina non sarebbe sull'aereo per la Russia. L'albiceleste ha rischiato di non qualificarsi al Mondiale ma una tripletta del suo capitano nel match decisivo contro l'Ecuador (dopo essere stati sotto 1-0) ha mandato milioni di fan argentini in paradiso. Sulle spalle della maggior parte dei giocatori pesa ancora la delusione delle ultime tre finali perse: Coppa del Mondo 2014, Coppa America 2016 e Coppa America Centenario. La sconfitta in amichevole per 6-1 contro la Spagna non ha rassicurato nessuno, in questo senso. Le aspettative di un intero popolo rimangono però sempre alte, anzi, altissime. Messi e compagni saranno in grado di soddisfarle?

La nazionale argentina si avvia verso l'aeroporto di Buenos Aires - REUTERS/Marcos Brindicci

Islanda - Squadra-mascotte e rivelazione di Euro 2016, l'Islanda è il più piccolo stato al mondo in grado di qualificarsi ad una Coppa del Mondo (330mila abitanti). Un record che difficilmente verrà infranto. La sua lega nazionale è semi-professionistica e quando la Nazionale islandese ha iniziato la campagna di qualificazione a Brasile 2014, il ranking internazionale la poneva ancora accanto a San Marino e Andorra. Il boom calcistico islandese è dovuto ad un piano di investimenti sulle strutture al coperto, alla preparazione professionale dei suoi allenatori e alla strategia di inviare le giovani promesse all'estero, fin dalla tenera età, a farsi le ossa in campionati competitivi. Uno dei giocatori, Hannes Þór Halldórsson, è in aspettativa dal suo datore di lavoro norvegese ed è stato regista del video per la canzone islandese che ha partecipato a Eurovision 2012.

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Croazia - La prima volta che la Croazia ha partecipato a un mondiale, dopo la dissoluzione della Jugoslavia, è arrivata terza. Questo primato da miglior debuttante - condiviso con il Portogallo - fa sì che ad ogni edizione sia sempre alta la pressione sui giocatori croati. L'esito del match inaugurale contro la Nigeria definirà quanto alta è l'asticella delle ambizioni di Modric, Mandzukic e compagni. Poi arriva l'Argentina, ed è meglio affrontarla con tre punti già in tasca.

Nigeria - Qualificatasi imbattuta nel "Gruppo della morte", con Cameroun, Zambia e Algeria, è stata la prima squadra africana a staccare un biglietto per Russia 2018. Sorprendentemente, la Nigeria ha pescato l'Argentina in 5 dei 6 Mondiali ai quali ha partecipato. Il momento di massima gloria internazionale è stato a USA '94 quando la nazionale nigeriana toccò il quinto posto nel ranking FIFA: il più alto mai raggiunto da una squadra africana.

Studentesse con una replica della Coppa del Mondo in Brasile, al Museo del Calcio di San Paolo - REUTERS/Paulo Whitaker

Gruppo E

Brasile - Il calcio di inizio a Russia 2018 segnerà la fine del percorso di riabilitazione durato 4 anni dopo lo shock del mondiale casalingo e dell'eliminazione ad opera della Germania, per goleada (7-1). Dall'arrivo di coach Tite, nel 2016, i cinque volte campioni del Mondo sono tornati ad essere una macchina macina-vittorie e sono stati la prima nazionale a qualificarsi per la kermesse. Neymar, che ha saltato il maledetto match contro la nazionale tedesca per via di un infortunio alla schiena, sta facendo passi da gigante per recuperare dall'infortunio al piede che lo ha costretto a saltare l'ultima parte della stagione con il PSG. Ma la dipendenza dal giocatore più costoso del calcio non è più così marcata come quattro anni fa: nei 6 match giocati senza O'Ney sono infatti arrivate 4 vittorie, tra cui l'1-0 inflitto alla Germania in amichevole a Berlino, lo scorso marzo. Neanche a dirlo, sono i favoriti per la vittoria finale.

Svizzera - Al momento sesti nel ranking FIFA, gli svizzeri raccolgono i frutti del lavoro fatto con il settore giovanile una decade fa quando sono stati in grado di sfruttare il potenziale offerto dalla seconda generazione di immigrati, soprattutto di origine jugoslava. Lo stesso coach, Vladimir Petkovic, viene dalla scuola balcanica dell'FK Sarajevo. Petkovic, ex allenatore della Lazio, ha cercato di inculcare una mentalità vincente nel gruppo, convincendo i suoi di non rappresentare "la piccola Svizzera" - con il poco invidiabile record di partite consecutive con gol al passivo in una fase finale del Mondiale - quanto una squadra in grado di dominare il gioco in ogni sua fase. Tra le fila della Svizzera ci sono diversi giocatori all'apice della loro carriera ma il gruppo di ferro in cui è stata inserita non fa sperare in una qualificazione facile. Con tutta probabilità si contenderà il secondo posto con Costa Rica e Serbia, ma attenzione: chi passa dovrà vedersela probabilmente contro la Germania.

Neymar - Reuters/Peter Cziborra

Costa Rica - Una delle rivelazioni alla Coppa del Mondo di Brasile 2014, quando i Los Ticos riuscirono a qualificarsi contro ogni pronostico in un gruppo con Italia, Inghilterra e Uruguay. E per giunta da imbattuti. Ispirati dal portiere Keylor Navas, i centroamericani hanno superato anche la Grecia salvo poi arrendersi ai quarti di finali contro l'Olanda. Ma il 4-0 inflitto in fase di qualificazione a Russia 2018 agli USA, altro grande assente del Mondiale, mostra che il Costa Rica sarà un osso duro per tutti gli avversari che si troverà davanti.

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Serbia - Gli eredi della nazionale jugoslava fanno ancora fatica a tenere alta la memoria dei Plavi, i Blu, ovvero i "Brasiliani d'Europa". La Serbia, una delle sette nazionali figlie della dissoluzione della Jugoslavia, sparita dalla mappa calcistica nel 1993, deve ancora far vedere di essere in grado di superare la fase a gironi di un Mondiale a approdare agli ottavi. Si è presentata insieme al Montenegro tra il 1998 e il 2006 ed è emersa in solitaria sullo scenario calcistico globale solamente nel 2010. Russia 2018 sarà la seconda partecipazione ad una kermesse calcistica planetaria dopo la sfortunata avventura di Sudafrica 2010, quando la Serbia finì ultima nel gruppo con Germania, Ghana e Australia.

Gruppo F

Germania - I tedeschi hanno in mente una sola cosa: difendere il titolo e diventare la prima squadra a farcela in oltre mezzo secolo di storia. Il Brasile è stata l'ultima ad essere riuscita nell'impresa vincendo sia nel 1958 che nel 1962. Arrivano in grande forma: hanno perso solo una volta nelle 23 partite ufficiali dalla semifinale persa a Euro 2016. La qualificazione al Mondiale è stata archiviata con 10 vittorie in 10 partite, concedendo solo quattro gol. Sono allenati da Joachim Loew, alla sua terza Coppa del Mondo consecutiva. Tra i giocatori, Thomas Muller è colui che vanta il maggior numero di gol ad un Mondiale (10, a cui si sommano 6 assist) di qualsiasi altro calciatore presente in Russia. Mancherà all'appello l'uomo della finale 2014, Mario Goetze, che è stato lasciato fuori dalla lista preliminare e, per la sorpresa di molti, non parteciperà alla spedizione in Russia.

REUTERS/Leonhard Foeger

Messico - Un anno dopo la Confederations Cup, la squadra messicana torna in Russia sperando di riuscire quantomeno a superare la fase a gironi. Solamente quando i messicani hanno ospitato l'edizione di un Mondiale sono riusciti ad entrare tra le otto migliori squadre del pianeta, nel 1970 e 1986. Sono passati quindi 32 anni da quando il Messico ha raggiunto l'ultimo quarto di finale del torneo. L'allenatore Juan Carlos Osorio ha messo in mostra un approccio non convenzionale al ruolo di selezionatore, scegliendo un 11 di partenza diverso in ciascuna delle 44 partite allenate. Difficile dunque fare previsioni tattiche o di formazione. Una delle poche certezze di Osorio, che ha sostituito l'idolo dei tifosi Miguel Herrera nel 2015, è il centrocampista Rafael Márquez, soprannominato El Kaiser. Per l'esperto giocatore messicano potrebbe trattarsi del quinto Mondiale, la qual cosa gli farebbe eguagliare il record del connazionale Antonio Carbajal e di Lothar Matthäus (Germania). Lo scorso agosto, Marquez è apparso tra le 22 persone nominate in una lista di sanzionati diramata dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. È stato accusato di essere in combutta con un'organizzazione di narcotrafficanti della città di Guadalajara ma ha sempre negato ogni illecito e non vede l'ora di riabilitare il suo nome con quello che sa fare meglio: giocare a calcio ai massimi livelli.

Svezia - La Svezia ha dimostrato di saper fare a meno della superstar Zlatan Ibrahimovic, ritiratosi dalla nazionale nel 2016 dopo aver segnato 62 reti in 116 partite internazionali e oggi in forza ai Los Angeles Galaxy. Lo ha fatto nella maniera più efficace: staccando il biglietto di qualificazione a Russia 2018 ai danni dell'Italia. Non c'è altro da aggiungere.

Corea del Sud - Dopo le tre pessime prestazioni della squadra in Brasile, quattro anni fa, i tifosi hanno atteso la propria nazionale all'aeroporto internazionale di Incheon per mostrare tutto il loro disappunto. Raccogliere un solo punto in un gruppo con Russia, Algeria e Belgio è parso allora troppo poco, ma quest'anno l'impresa sembra ancora più ardua. L'allenatore Uli Stielike è stato licenziato durante la fase di qualificazione e al suo posto è arrivato Shi Tae-yong il quale ha sì centrato l'obiettivo, ma senza entusiasmare. Molto criticati i pareggi senza reti contro Iran e Uzbekistan, nonostante le feste in campo dei giocatori. In attacco, la punta di diamante è il gioiello del Tottenham, Son Heung-min: sulle sue spalle la pressione per cercare di fare approdare i sudcoreani almeno agli ottavi di finale. Qualcosa che è accaduto solamente due volte nella storia: nel 2002, quando ospitavano l'edizione della Coppa del Mondo, e nel 2010.

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Gruppo G

Belgio - Almeno sulla carta il Belgio ha tutti gli ingredienti per ben figurare, o addirittura vincere. Ma devono fare i conti con la perenne maledizione che li vede sempre uscire con le ossa rotte da ogni grande occasione europea o mondiale. Terzi nel ranking FIFA, i Diavoli Rossi vantano tra le fila giocatori di primissimo livello che militano soprattutto in Premier League. Le qualificazioni, in un gruppo con Grecia, Bosnia, Estonia, Cipro e Gibilterra sono andate lisce come l'olio e sono stati la prima squadra europea a staccare il pass per Russia 2018: 9 vittorie e 1 pareggio con ben 43 gol all'attivo. Anche quattro anni fa le aspettative erano molto alte, tuttavia, ma il Belgio di dovette arrendere ai quarti di finale contro l'Argentina (1-0). La migliore performance ad un mondiale, finora, rimane la semifinale del 1986 quando persero - di nuovo - contro l'albiceleste di Maradona, laureatasi alla fine campione.

Una porta abbandonata davanti alla chiesa ortodossa siberiana di Krasnoyarsk. REUTERS/Ilya Naymushin

Panama - Si tratta della prima qualificazione in assoluto per l'unico stato nel mondo con una foresta pluviale nella propria capitale - ottenuta grazie al contemporaneo flop degli USA contro Trinidad e Tobago. Lo storico risultato ha spinto il presidente Varela ad annunciare festa nazionale il tutto il Paese il giorno dopo il match decisivo contro il Costa Rica. A metà campagna di qualificazione, uno dei giocatori, Amilcar "Mickey" Henriquez, è stato assassinato per motivi ancora tutti da chiarire. I suoi compagni hanno gli dedicato lo storico successo. Sulla panchina Hernan Dario Gomez, allenatore esperto che ha già condotto quattro squadre diverse ad una Coppa del Mondo. Viene dalla panchina colombiana che ha dovuto lasciare dopo che è emerso un filmato in cui lo si vedeva sferrare un pugno ad una donna fuori da un pub di Bogotà.

Tunisia - La Tunisia, imbattuta nel gruppo di qualificazione, torna alla Coppa del Mondo dopo 12 anni di assenza: nonostante sia stata inserita in un gruppo diffiicle, l'head coach Nabil Maaloul, che ha assunto l'incarico per la seconda volta lo scorso anno, nutre grandi speranze nella sua squadra. Ha detto di credere che la Tunisia "possa qualificarsi e forse anche raggiungere i quarti di finale".

Inghilterra - In principio fu la "mano di Dio". Poi vennero il gol fantasma annullato a Lampard, un girone privo di vittorie in Brasile e, infine, la sconfitta per 1-2 contro l'Islanda agli ottavi di Euro 2016. Come se non bastasse, ci si è messo anche l'allontamento di Sam Allardyce, coinvolto in uno scandalo corruzione. In Russia, paese nemico a livello politico, la nazionale inglese cercherà di interrompere questo ciclo di sfortunate circostanze che dura ormai da troppo tempo. Il Paese dove, ironia della sorte, è nato il calcio moderno ha toccato calcisticamente il fondo e non può fare altro che risalire. Tuttavia, il difensore Kyle Walker ha ammesso che sarebbe "un miracolo" se il 15 luglio fosse la nazionale inglese ad alzare il trofeo più ambito. L'Inghilterra lo vinse in casa propria nel 1966 ma, da allora, sono arrivati al massimo alle semifinali di una kermesse calcistica internazionale.

La squadra dei 23 per Russia 2018 ha nelle gambe appena 449 caps in totale: si tratta di quella con meno esperienza di tutte. Solo due giocatori hanno più di 30 anni e solo uno di loro ha più di 38 apparizioni con la maglia inglese. Un esempio che ben esemplifica la rivoluzione generazionale in corso è quello di Harry Maguire. Due anni fa era in Francia, sugli spalti, a tifare per la sua nazionale come un tifoso qualunque.

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Gruppo H

Polonia - Le speranze della Polonia ai Mondiali 2018 sono riposte nel cannoniere del Bayern, Robert Lewandowski. L'attaccante della squadra bavarese ha segnato 16 gol in 10 partite - un record nella fase di qualificazione a livello europeo - spingendo la Polonia alla sua prima partecipazione alla Coppa del Mondo in 12 anni. Da quando ha preso il testimone di Waldemar Fornalik nel 2013, l'allenatore Adam Nawalka ha modellato un gruppo coeso e pronto a sacrificarsi per l'obiettivo comune. La Polonia era al 69° posto nella classifica FIFA quando Nawalka ha assunto il controllo mentre ora figura in 10a posizione. Nel 2006 la Polonia non andò oltre la fase a gironi.

Senegal - Lo zenit calcistico senegalese in una Coppa del Mondo fu raggiunto nel 2002, quando la nazionale africana sconfisse la Francia nel match inaugurale. Capitano: Aliou Cissé, oggi in panchina. Nel novembre 2016, i Leoni di Teranga sono stati sconfitti 2-1 dal Sudafrica nel match decisivo da dentro o fuori per accedere al Mondiale. La partita fu però annullata per una sospetta combine: l'arbitro ghanese Joseph Lamptey fu giudicato colpevole di frode sportiva e messo al bando a vita dalla FIFA. La gara fu ripetuta e il Senegal riuscì a cogliere la seconda opportunità per qualificarsi. Si tratta della seconda partecipazione nella storia per la compagine africana.

Una strada in Brasile, tutta a tema Mondiale

Colombia - Grazie allo scintillante contropiede, ad un ottimo palleggio e alle celebrazioni "danzate", la Colombia è stata una delle nazionali rivelazioni della Coppa del mondo 2014 dove è arrivata fino ai quarti di finale. Ma i cafeteros hanno perso un po' della loro spavalderia durante la campagna di qualificazione per questa edizione del Mondiale. Nel corso delle estenuanti qualifiche sudamericane, durate due anni e 18 match, sono stati in grado di segnare solamente 21 gol e hanno staccato il pass per Russia 2018 per un soffio. Il gruppo in cui è stata inserita la nazionale di Jose Pekerman non sembra però impossibile: è l'unico senza una squadra che ha già vinto la Coppa del Mondo almeno una volta. "È un gruppo di livello, dobbiamo fare molto bene per qualificarci al turno successivo" ha scritto James Rodriguez su Twitter. "Difficile, ma nulla è impossibile".

Giappone - L'allenatore giapponese Akira Nishino, 63 anni, ha avuto a disposizione solo due mesi per preparare il Giappone alle finali della Coppa del Mondo 2018 dopo l'improvviso licenziamento di Vahid Halilhodzic in aprile. Il bosniaco si è qualificato per la Russia con una partita d'anticipo, ma la sua squadra non è stata sempre convincente e la Japan Football Association (JFA) temeva di ripetere la brutta performance a Brasile 2014 (un solo punto in tre partite contro Colombia, Grecia e Costa d'Avorio). Da qui l'esonero. "Anche se questo ha fatto aumentare le nostre possibilità di vincere la Coppa del Mondo solo dell'1% o del 2%, abbiamo dovuto farlo", ha detto il presidente della JFA Kozo Tashima. Le migliori prestazioni dei Blu Samurai in un Mondiale si sono viste nel 2002, quando il Giappone ha co-ospitato il torneo, e nel 2010 in Sudafrica, quando la nazionale ha raggiunto gli ottavi. Al 60esimo posto della classifica FIFA, il Giappone è, almeno sulla carta, la squadra meno forte del gruppo H. La Polonia è al decimo posto, la Colombia al sedicesimo e il Senegal al ventottesimo.

Risorse addizionali per questo articolo • Reuters, ESPN, The Guardian, Tifo Football, Opta, Ultimo Uomo

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