Caso Skripal: parlano i medici che hanno curato l'ex spia e la figlia

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Di Euronews
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Quando i due furono avvelenati nei pressi della cattedrale inglese di Salisbury, la comunità era di fronte a una minaccia, rappresentata dall'agente nervino, altamente tossico

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Quando Sergei Skripal e la figlia Yulia furono avvelenati, lo scorso 4 marzo, nei pressi della cattedrale inglese di Salisbury, la comunità era di fronte a una minaccia sconosciuta, rappresentata dall'agente nervino, altamente tossico, usato nel tentativo di ucciderli.

Dati per prossimi al decesso, i due sono stati salvati dai medici del locale ospedale.

Stephen Jukes, Direttore Terapia Intensiva Ospedale Salisbury, dice:

"Quando ci siamo resi conto che si trattava di gas nervino, ci aspettavamo che non sarebbero sopravvissuti alle nostre terapie, abbiamo garantito la migliore assistenza medica, ma tutto dava ad intendere che sarebbero deceduti".

Lorna Wilkinson, Direttrice Infermieristica Ospedale Salisbury, dice invece:

"C'era una vera preoccupazione per quanto grande potesse essere il dramma: avevamo due pazienti, avvelenati con armi chimiche, che sarebbero potuti diventare tanti, se fossero state coinvolte altre vittime, non sapevamo davvero cosa pensare, a quel punto".

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