Onida: "Su Mattarella scontro più politico che istituzionale"

Onida: "Su Mattarella scontro più politico che istituzionale"
Di Euronews
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Per il presidente emerito della Corte Costituzionale: "Se vi sono perplessità sono solo di ordine politico"

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Il primo a tirare la bomba è stato Alessandro Di Battista, esponente di primo piano del Movimento Cinque Stelle.

"Prima di tornare al voto occorre mettere in stato d'accusa il Presidente della Repubblica per attentato alla Costituzione".

Dopo 84 giorni di trattative, sette giri di consultazioni, e tre incarichi, col veto sul nome del ministro dell'Economia, il Quirinale ha fatto saltare i già precari equilibri tra le forze politiche.

"Ho condiviso e accettato tutte le proposte per i ministri, tranne quella del ministro per l'Economia. Ho chiesto per quel ministero l'indicazione di un autorevole esponente politico della maggioranza, coerente con l'accordo di programma; un esponente che non sia visto come sostenitore di una linea più volte manifestata che potrebbe provocare probabilmente o addirittura inevitabilmente la fuoriuscita dell'Italia dall'Euro".

Strada sbarrata, dunque, per il professor Paolo Savona e per le sue critiche radicali alle politiche economiche e monetarie dell'Unione europea.

E siccome il veto coincide con i desiderata espressi da Bruxelles ma anche da Berlino, i leader della coalizione che era pronta a farsi governo gridano al complotto.

Matteo Salvini: "E io mi domando se siamo in democrazia se per l'Italia decidono gli italiani,o decidono i tedeschi, o decidono i francesi È una roba veramente incredibile dal mio punto di vista..."

Negando l'accordo alla nomina di Savona, secondo i Cinquestelle e Fratelli d'Italia, Mattarella avrebbe disatteso l'articolo 54 della Costituzione, per il quale il Presidente del Consiglio è l'unico responsabile dell'indirizzo politico dell'esecutivo.

Ma secondo Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, lo scontro è più politico che istituzionale:

"Premesso che è il Presidente della Repubblica che firma i decreti di nomina (dei ministri), ed è lui che ha un ampio potere di intervento, ma siamo nei poteri di persuasione, moral suasion, tipici della sua figura che non è una figura di un organo attivo di indirizzo politico ma di garanzia, di coordinamento, e quindi può sempre intervenire ampiamente nelle vicende, nella formazione delle attività degli organi di indirizzo politico. Ciò premesso, questa modalità di intervento, questo ultimo passo, hanno suscitato in alcuni delle perplessità, ma sono perplessità di ordine politico, di opportunità di scelta, e non certo argomenti che possano portare acqua al mulino di chi vorrebbe addirittura instaurare un procedimento di messa in stato d'accusa".

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