"Italia debole, le agenzie di rating ne approfittano"

"Italia debole, le agenzie di rating ne approfittano"
Di Gioia Salvatori
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Salita dello spread e avvertimenti dalle agenzie di rating sul nascituro governo; abbiamo chiesto ad Andrea Caraceni, AD della maggiore società di intermediazione finanziaria italiana, perché tutti gli occhi sono puntati sull'Italia.

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Su lo spread, su il prezzo dei credit default swap, cioè i derivati che funzionano come polizze assicurative contro l'insolvenza, da ultimo i BTP decennali considerati più insicuri dei titoli indonesiani. La situazione politica italiana preoccupa i mercati. Torna lo spettro della speculazione e delle agenzie di rating; abbiamo chiesto all'amministratore delegato della maggiore società di family office italiana, Andrea Caraceni di CFO SIM cosa ne pensa. Intervista di Gioia Salvatori.

_"Le agenzie di rating vedono nel nuovo governo italiano un grosso pericolo perché non sanno bene se è un governo di destra, di sinistra, liberal..insomma che tipo di governo è. Purtroppo abbiamo il peso di un debito pubblico elevato e di politiche di bilancio che non vengono apprezzate dai nostri partner e che non fanno azione di stimolo, purtroppo, dell'economia". _

**Perché tanta attenzione sull'Italia? **

"Perché a livello internazionale non riusciamo, e si vede ogni giorno in sede europea e mondiale, ad avere il peso specifico che dovremmo avere come sesta, settima economia al mondo. Volendo essere più cattivi: i nostri partner europei hanno interesse ad avere un'Italia debole così una Germania può essere sempre più leader in Europa e a una Francia è permesso di non avere sempre il faro puntato addosso visto che ha un'economia debole, a mio parere più dell'Italia".

**Lei teme il nuovo governo?
**

_"Io sinceramente non lo temo più perché ho la convinzione che l'Europa abbia superato dei momenti di crisi drammatici: la crisi della Grecia, che è stato il primo momento in cui un Paese poteva fare bancarotta, e un secondo momento drammatico nel 2011 quando molti Paesi sono entrati in crisi: Cipro, Irlanda, Portogallo e anche noi. Lì c'era il pericolo che tutto si disgregasse ma oggi tutti gli Stati si rendono conto che non conviene più a nessuno disfare l'Europa". _

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